La manovra che il governo si appresta a varare sabato prossimo si preannuncia da 24 miliardi e mezzo. Ad anticipare i contenuti e l’importo complessivo della legge di bilancio è il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, tornato in Parlamento per rispondere ai rilievi dell’Ufficio parlamentare di Bilancio e per fornire dettagli sulle stime macroeconomiche del governo, corredate dalle misure in via di approvazione. Gli interventi “espansivi”, quelli su cui l’esecutivo punta per portare effettivamente la crescita all’1% – numero da cui Padoan non si è ancora una volta discostato – valgono poco più di 22 miliardi. A questi vanno aggiunti però gli “oneri” delle politiche vigenti, pari ad altri 2 miliardi di euro. Il pacchetto più sostanzioso è legato, come noto, alla disattivazione delle clausole sull’Iva per 15 miliardi di euro e da cui deriverà una spinta “prudenziale” di 0,3 punti.
Allo “sviluppo”, ovvero alla messa in sicurezza delle scuole, alle opere pubbliche, ad ecobonus e sismabonus ma anche alla conferma del bonus mobili, alla nuova Sabatini e al Fondo di Garanzia per le Pmi, saranno destinati 3,8 miliardi, mentre per il sociale (pensioni minime, famiglia e rinnovo dei contratti pubblici) saranno stanziati 3,15 miliardi. Per Industria 4.0, comprensivo dell’iperammortamento per l’innovazione, il governo pensa invece a 350 milioni il primo anno (che lievitano a 4,5 miliardi nel 2018). Le coperture arriveranno in gran parte da “aumenti permanenti di gettito” e entrate Iva (oltre 8 miliardi e mezzo), da spending review e tagli (2,6 miliardi) e dalla voce “ulteriori coperture”. In tutto 18,4 miliardi. Su questo il governo non svela ancora i particolari, ma le indiscrezioni parlano, ad esempio, di vendita delle frequenze e di anticipo di gare dei giochi. Altri 6 miliardi arriveranno però dal deficit, che il governo conferma, per il momento, al 2%. Proprio su questa cifra e sulla possibilità di alzarla, magari al 2,2%, rimane però ancora qualche dubbio, alimentato dallo stesso Padoan e dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Pur confermando la “non validazione” del 3 ottobre, l’Upb non ha infatti chiuso totalmente la porta a un possibile cambio di opinione rispetto al giudizio negativo espresso finora nel caso in cui le stime fossero modificate nel Documento programmatico di bilancio che sarà presentato il 17 ottobre a Bruxelles.
Una eventualità non esclusa dal ministro, che giudica “non significativo” lo scarto tra le previsioni del governo e quelle dell’Autorità indipendente. “La composizione della manovra e quindi alcuni suoi effetti sono ancora passibili di variazione in quanto il Disegno di legge di Bilancio deve essere ancora discusso e approvato dal Consiglio dei Ministri. – ha spiegato – Una volta che il Governo avrà licenziato il disegno di legge, verrà trasmesso alle autorità economiche europee e al Parlamento il Documento programmatico di bilancio”. In ogni caso, aveva detto il ministro in mattinata, riferendosi a quanto affermato dal commissario agli affari economici dell’Ue, Pierre Moscovici: ”noi non giochiamo con le regole”. Sul tema l’opposizione è però già scatenata. Beppe Grillo attacca parlando di dati sulla crescita “falsificati” per fare campagna elettorale in vista del referendum, mentre Renato Brunetta parla di muro contro muro. “Il governo vada pure avanti, il Parlamento – avverte – ne prenderà atto”.