manovra-economica-2019-risposta-italia-bocciatura-ueManovra Economica 2019, la risposta dell’Italia alla bocciatura UE non si fa attendere. Ecco i contenuti della difesa del Governo alla stroncatura comunitaria.


Dal ministro dell’Economia arriva una difesa ‘senza se e senza ma’ al quadro che fa da cornice alla legge di Bilancio, ancora in gestazione dopo il via libera del 15 ottobre e la bocciatura dell’UE. Il titolare del Tesoro avverte però che un differenziale con il bund tedesco fisso sopra 320 punti non si può sostenere a lungo.

 

La difesa della Manovra

 

La manovra è corretta. L’Italia ha fondamentali solidi. E le stime non solo non sono affatto temerarie ma, anzi, sono prudenti e potrebbero anche essere superate. Il governo non arretra, nemmeno davanti alla Borsa che segna i minimi da fine 2016 e allo spread sempre a livelli di attenzione, e fa quadrato intorno al progetto di bilancio presentato e poi bocciato da Bruxelles.

 

Dal premier Giuseppe Conte e dai due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma anche dal ministro dell’Economia Giovanni Tria arriva una difesa ‘senza se e senza ma’ al quadro che fa da cornice alla legge di Bilancio, ancora in gestazione dopo il via libera del 15 ottobre. Nemmeno l’impennata dello spread, almeno per il momento,spinge a una retromarcia.

 

Il titolare del Tesoro avverte però che un differenziale con il bund tedesco fisso sopra 320 punti non si può sostenere a lungo. Anche perché salirebbe il rischio per le banche, soprattutto per quelle “più deboli”, di dovere ricorrere a ricapitalizzazioni. Tra l’altro sono in arrivo i risultati degli stress test Eba, il 2 novembre, e quello – oltre al giudizio sul rating di Standard&Poors atteso per venerdì 26 ottobre – sarà un passaggio chiave per decidere come agire.

 

L’andamento dello spread, insiste Tria, è dovuto “all’incertezza politica” per la convinzione che ci sia una volontà di uscire da Ue e euro, che l’esecutivo sta però smentendo in tutte le sedi.

 

Il differenziale a 320 non è giustificato, insomma, dai fondamentali della nostra economia, ben solidi, né dal programma per il 2019 che punta su una manovra “espansiva” visto il contesto di rallentamento generale e che darà buoni frutti.

 

Di Maio e Salvini

 

Se lo spread arrivasse a 400? “Noi andiamo avanti con la manovra, la storia non si scrive con i se…” chiosa Di Maio. Mentre Salvini, forte anche del boom elettorale incassato in Trentino, sottolinea che i risultati delle urne smentiscono lo spread. Tria stesso, che pure predica ai colleghi di governo di abbassare i toni (anche se le vecchie ruggini tra il Mef e i 5 Stelle tornano in superficie ‘ripescando’ le polemiche sulle parole del portavoce di Palazzo Chigi contro i tecnici di via XX Settembre), va intanto all’attacco dell’Ue: sul progetto italiano sono state avanzate critiche “superficiali” su misure “che non ci sono”.

 

E forse è la Commissione, non tanto Roma, che dovrebbe dare spiegazioni visto il giudizio così tranchant e la richiesta di presentare un nuovo bilancio entro tre settimane. “Per ora non ci sono motivi” per cambiare, dice Tria, confermando la linea ufficiale dell’esecutivo. La manovra “è corretta” rispetto al contesto economico e “non c’è nessun piano B”. Questo non vuol dire che non ci sarà un “monitoraggio” attento, perché il fatidico 2,4% di deficit resta il tetto massimo oltre il quale non si andrà.

 

Questo può significare eventualmente aggiustare il tiro di certe misure in corso d’anno, non certo iniziare adesso a rivedere i piani. Anche perché significherebbe intaccare la realizzazione del contratto di governo su cui i gialloverdi contano anche in vista del prossimo appuntamento elettorale europeo, a maggio 2019.

 

Il governo comunque sarà “velocissimo” a rispondere perché ha “le idee chiare”, assicura Salvini. Già in mattinata il leader della Lega aveva sillabato che la manovra non cambia, nemmeno se da Bruxelles arrivassero “12 letterine”. E al termine del comitato interministeriale per gli Affari europei – assente Conte, presieduto da Paolo Savona – il leader della Lega fa sapere intanto che l’Italia è pronta a porre il veto sul bilancio europeo “se ci saranno tagli per investimenti, lavoro, agricoltura, sicurezza e immigrazione”.