manovra-economica-2019-commissione-europeaNei scorsi giorni il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e del Ministro dell’Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha approvato la Manovra Economica 2019: la Commissione Europea, adesso, risponde al testo con una lettera molto critica.


Lunedì 15 ottobre 2018 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e del Ministro dell’Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha approvato il disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e al bilancio pluriennale per il triennio 2019, e un decreto che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale. I due provvedimenti compongono la ‘manovra’ di bilancio.

 

Nella stessa giornata, rispettando la scadenza prevista per tutti gli Stati membri della zona euro, è stato trasmesso alla Commissione Ue il Documento Programmatico di Bilancio (Draft Budgetary Plan) per il 2019. Adesso è arrivata, in una lettera molto critica, la risposta della Commissione Europea.

 

La lettera della Commissione UE

 

Ecco il nucleo centrale della lettera inviata al Ministro Tria (che potete anche scaricare in allegato a questo articolo):

 

Nonostante in passato l’Italia sia stata considerata in violazione della regola di riduzione del debito, ci preme ricordarle che, quando la Commissione ha valutato la situazione del disavanzo e del debito italiani nel preparare i suoi rapporti ai sensi dell’Articolo 126(3) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (compreso l’ultimo rapporto del maggio 2018), il rispetto di massima del braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita è stato sempre un “fattore rilevante” di primaria importanza.

 

Quindi, le conclusioni dell’ultimo rapporto 126(3) potrebbero necessitare una revisione, qualora tale conformità alle regole del braccio preventivo non dovesse più essere confermata in ragione della deviazione significativa pianificata dall’Italia. In relazione a ciò, notiamo anche che, secondo il DPB italiano, il raggiungimento dell’obiettivo di bilancio a medio termine non è previsto per il 2021.

 

Infine, osserviamo che le previsioni macroeconomiche sottostanti il progetto di bilancio dell’Italia non sono state validate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), l’organismo indipendente di monitoraggio fiscale in Italia. Ciò sembra in contrasto con l’esplicito dispositivo del Regolamento 473/2013 (articolo 4(4)), ai sensi del quale le previsioni macroeconomiche devono essere elaborate o validate da un organismo indipendente. Vorremmo quindi chiederle di chiarire le ragioni per le quali l’opinione dell’UPB non è stata presa in considerazione.

 

Questi tre elementi sembrerebbero configurare “un’inosservanza particolarmente grave degli obblighi di politica finanziaria definiti nel Patto di Stabilità e Crescita”, di cui all’Articolo 7(2) del Regolamento (UE) n. 473/2013. La Commissione europea mira a proseguire un dialogo costruttivo con l’Italia per arrivare ad una valutazione definitiva.

 

La preghiamo di fornire le sue osservazioni entro Lunedì 22 Ottobre 2018, a mezzogiorno, al fine di consentire alla Commissione di tenerne conto prima di emettere il suo parere formale sul DPB. I nostri servizi rimangono a disposizione per assistere i suoi in questo processo.