deficitLa bozza di legge di Stabilità 2017, recapitata a Bruxelles senza modifiche a quei numeri del Def che già avevano sollevato le perplessità del commissario Moscovici, rinfocola i dubbi della Commissione. Che sarebbe pronta a inviare una lettera di chiarimenti al Governo, nonostante il premier Renzi ribadisca con nettezza che la manovra “rispetta tutte le regole”. Il problema di fondo resta sempre l’aggiustamento, inesistente, del deficit strutturale. Ma al di là delle parole, i margini di trattativa tra Bruxelles e Roma sembrano ancora aperti. E si potrebbero giocare – si ipotizza in ambienti parlamentari – su uno 0,1%. Bruxelles ha 15 giorni di tempo per respingere la bozza, ma non intende arrivare ad un gesto tanto eclatante, senza precedenti, che la metterebbe in piena rotta di collisione con l’Italia.

 

I commissari Moscovici e Dombrovskis, assieme al presidente uncker, vogliono cooperare. E intendono farlo seguendo lo schema applicato anche negli anni scorsi: confronto, sia politico che tecnico, sui numeri. Quello tecnico è già in corso, quello politico potrebbe vedere sviluppi nel corso del vertice europeo di giovedì e venerdì. Nelle prossime due settimane il confronto potrebbe però assumere una connotazione diversa, passando da più informali ‘contatti’ a una più formale comunicazione scritta, o lettera di chiarimenti.

 

In queste ore Bruxelles intende così ‘testare’ la disponibilità del Governo a realizzare le modifiche che chiede, sperando di non dover arrivare a mettere nero su bianco le richieste di correzione. La preoccupazione Ue è, come ogni anno, sul deficit strutturale. Lo scorso maggio, nel dare il via libera definitivo alla manovra 2016, Bruxelles chiese all’Italia di prevedere un aggiustamento dello 0,15%-0,2% nella legge di stabilità 2017. Ma, invece di questa correzione, il saldo strutturale peggiora di 0,4%, passando dall’1,2% del 2016 al 1,6% del 2017. Anche uno sforzo di 0,1% avrebbe rassicurato la Commissione, che invece non saprebbe come giustificare una deviazione tanto evidente dagli obiettivi concordati. Renzi non è preoccupato: i botta e risposta con la Ue sul bilancio sono “discussioni puntuali ad ottobre come le occupazioni studentesche e le foglie che cadono”, ha detto a Washington.

 

E sottolinea come le procedure d’infrazione se le aspetti “per i Paesi che non hanno fatto le relocations” dei migranti. Intanto oggi, in ambienti parlamentari, sono circolate voci di un possibile ‘piano B’ che prevedrebbe l’utilizzo di fondi della presidenza del Consiglio per abbassare il deficit ed evitare la procedura d’infrazione, mantenendo però il saldo della manovra invariato. Voci però smentite in ambienti di governo che ritengono questa via impraticabile. Insomma, Roma intende seguire la via maestra e – nell’eventualità che la lettera arrivi – rispondere formalmente difendendo la sua posizione. Intanto, si prova a trattare.