Corte dei Conti: coperture problematiche per la legge di bilancio. Il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi, in audizione sulla Manovra davanti alle commissioni bilancio riunite di Camera e Senato, ha espresso scetticismo sulla legge di bilancio perché continua a poggiarsi su coperture ritenute precarie.
Per quanto riguarda i principali saldi della finanza pubblica, la manovra sconta la scelta del Governo di esercitare, nella misura di 3 decimi, l’opzione per la quale aveva chiesto e ottenuto dal Parlamento, il 12 ottobre scorso, l’autorizzazione ad innalzare fino ad un massimo di 4 decimi di Pil (dal 2 al 2,4 per cento) il rapporto indebitamento/Pil; e ciò al fine di poter gestire al meglio le emergenze legate agli eventi sismici e ai migranti. Di conseguenza, l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP) viene ora programmato per il 2017 al 2,3 per cento del Pil (2,4 nel preconsuntivo 2016) per poi sostanzialmente azzerarsi nel 2019; l’avanzo primario passa da un preconsuntivo 2016 dell’1,5 per cento all’1,4 per cento invece che all’1,7 indicato nella Nota e si rafforza negli anni a venire (fino al 3,2 per cento nel 2019); il rapporto debito/Pil, stimato precedentemente al 132,5 per cento nel 2017 sale ora al 132,6 per cento in conseguenza del maggior deficit, ma scende fino al 126,7 per cento nel 2019.
Le spese, infatti, sono compensate per meno del 50% dei tagli derivanti da precedenti autorizzazioni e le entrate si riducono; di conseguenza, stante il permanere di vincoli stringenti per la finanza pubblica, si consiglia “attenzione e cautela” nella programmazione per il prossimo triennio.
L’elemento di maggiore novità offerto non sembra stare tanto nella revisione dei saldi nominali quanto di quelli strutturali, aggiustati cioè per gli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum e/o non permanenti. Mentre infatti nella Nota di inizio ottobre si prefigurava la possibilità di avere per il 2017 una sensibile riduzione su base annua del deficit nominale (dal 2,4 al 2 per cento in rapporto al Pil) e la stabilizzazione di quello strutturale su un livello dell’1,2 per cento, ora, alla luce della effettiva composizione della manovra, si prevede una sostanziale stabilizzazione del deficit nominale e, al contempo, un peggioramento del saldo strutturale per 4 decimi di prodotto.
In allegato il testo completo dell’audizione.