legge-di-stabilita-2016Conclusa la riunione del Consiglio dei Ministri, presentando il testo, Renzi ha sottolineato che “per la prima volta nella storia repubblicana con il nostro governo le tasse vanno giù” e ha citato gli interventi quali il bonus da 80 euro, il taglio di Imu e Tasi e gli interventi su Ires e Irpef già definiti o in arrivo nei prossimi anni. “Si scrive ‘legge di Stabilità’, ma si pronuncia ‘legge di fiducia’.

 

 

Una manovra con ambizioni espansive (taglio tasse, agevolazioni per lavoro e pensioni, incentivi per gli investimenti produttivi). In prima linea le misure già note, dalle esenzioni TASI e IMU alle riduzioni d’imposta per le imprese. Ma c’è anche spazio per novità dell’ultima ora come l’introduzione di un part-time agevolato ai fini pensionistici, oltre all’ampliamento della no tax area (quota di reddito non sottoposta a IRPEF).

 

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di stabilità 2016. “Si scrive legge di stabilità ma si pronuncia legge di fiducia. Il nostro destino – ha detto in conferenza stampa il premier matteo Renzi – non è Bruxelles, a New York, a Pechino, è nelle nostre mani”. “Fino a qualche anno fa il mondo tirava, l’Italia arrancava. Adesso l’Italia é ripartita – ha spiegato – e il mondo non si sente benissimo. Non sappiamo cosa accadrà prossimi mesi ma il punto è che va sottolineato con forza è che l’Italia è tornata alla crescita.

 

Lo slogan di questa legge di stabilità è ‘Italia con segno più’. “Scherzando stanotte con Pier Carlo ricordavamo che dopo la finanziaria i cittadini dicevano: dove ci fregano? Quest’anno – è una cifra identitaria del nostro governo – non solo le tasse non aumentano ma vanno giù. Per la prima volta nella recente storia in modo sistematico, costante e, per molti, anche sorprendente”. Nella legge di stabilità “ci sono i minimi per le partite Iva, una sorta di jobs act per i lavoratori autonomi”, ha spiegato il premier. Poi ancora: “dal prossimo anno l’Ires”, ha detto Renzi parlando del taglio delle tasse per le imprese, che sarà “anticipato al 2016 qualora fosse riconosciuto” dall’Unione europea l’ulteriore margine di flessibilità legato alla “clausola migranti”.

 

Il presidente del Consiglio ha aggiunto che dal 2016 i Comuni saranno “liberi di spendere i soldi in cassa per scuole, marciapiedi, strade” grazie a un allentamento del patto di stabilità interno. Il valore, ha spiegato Renzi, è di 670 milioni di euro.

 

La manovra presentata dal Governo oscillerà tra i 27-30 miliardi di euro. Di questi almeno la metà (13,4 miliardi circa) sarà in deficit, sfruttando la maggiore flessibilità che Bruxelles dovrebbe accordarci.

 

Sono tante le misure elencate dal Premier in conferenza stampa: dal taglio dell’Ires, la tassa sui profitti delle imprese, al 24% già dal prossimo anno. Il taglio era previsto per il 2017, ma potrebbe essere anticipato se dovesse arrivare l’ok Ue allo sfruttamento dei margini sull’emergenza migranti.

 

Il taglio delle tasse sulla prima casa (Tasi) è il «piatto forte» della manovra. Costa circa 5 miliardi, comprese Imu e Irap agricola (850 milioni) e Imu sugli imbullonati. l taglio dell’Ires dal 27,5 al 24% ci sarà ma solo a partire dal 2017. Ribassato anche canone RAI: da 113 a 100 euro.

 

Gli incentivi alle ristrutturazioni edilizie, i cui costi possono oggi essere detratti dall’irpef per una quota del 50%, saranno prorogati per un altro anno.

 

Non ci sarà l’abbassamento dell’età pensionabile a 63 anni per tutti, come prospettato dal premier Renzi nei mesi scorsi. Verrà consentito a chi ha almeno 63 anni e 7 mesi di età di lavorare part-time nell’ultima parte della carriera, ma con una retribuzione vicina a quella ordinaria. Il numero di esodati da tutelare con la settima e ultima salvaguardia si riduce a circa 24.000 dai 50.000 stimati in precedenza.

 

Sarebbe confermato l’ecobonus al 65% anche per le famiglie. Verrà innalzato da mille a 3mila euro il limite all’utilizzo dei contanti, approvato negli anni scorsi dal governo Monti per combattere l’evasione e molto contestato dagli operatori economici.

 

“Bene il taglio delle tasse a famiglie e imprese – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – anche se la metà delle coperture della nuova legge di Stabilità sarà garantita da una maggiore flessibilità del rapporto deficit/Pil che, comunque, dovrà ottenere il via libera dall’Unione europea”.

 

E’ questo il primo giudizio espresso dalla CGIA alla Legge di Stabilità 2016. Vi è, comunque, un altro aspetto da non trascurare:

 

“La spending review – prosegue Paolo Zabeo – non ha prodotto i risultati sperati. Dei 10 miliardi di euro preventivati, solo 5 sono stati confermati. Ancora una volta sul fronte dei tagli agli sprechi anche questo Esecutivo ha ottenuto un mezzo flop”.