sanatoria, anciNuove disposizioni per gli enti locali in seguito all’approvazione in via definitiva della legge di bilancio 2017 da parte del Senato, nei giorni scorsi.

 


Tra le disposizioni più rilevanti: consolidamento delle disposizioni sul pareggio di bilancio, modifica delle regole per il trasferimento di risorse ai comuni, blocco degli incrementi dei tributi locali, modifica alle disposizioni dettate per i piani di riequilibrio, fissazione al 28 febbraio del termine per l’adozione dei bilanci preventivi 2017, destinazione di risorse per consentire l’avvio della contrattazione collettiva nazionale per i dipendenti pubblici, introduzione di nuovi fondi di investimento, rafforzamento dei vincoli al ricorso alle convenzioni Consip.

 

Per i Comuni la legge di bilancio si presenta buona ma incompleta, e richiede integrazioni e correzioni. Incompletezza anche figlia di una tecnica del rinvio applicata anche quando le questioni sono mature. Ci sentiamo dire nelle trattative: ambedue i rami del Parlamento devono poter intervenire e quindi bisogna attendere. Abbiamo già pagato prezzi per impegni non rispettati: fantomatiche semplificazioni della vita dei Comuni, scritte in proposte accantonate.

 

Ci si ferma spesso un attimo prima di avere un risultato soddisfacente per tutti, lasciando sul tappeto problemi che non tardano a ripresentarsi. Le cause: non solo una politica disattenta ai “dettagli”, ma anche la persistente prevalenza di una burocrazia che non svolge fino in fondo il mestiere di sensore delle esigenze amministrative e tecniche. Poi capita l’imprevisto, ed è sempre qualcun altro a dover pagare il conto.

 

Rinviare ciò che è giusto è un errore. Spesso il costo ricade sui Comuni che come lo Stato devono poter fare i bilanci con rapidità e precisione, come spesso ci viene chiesto. Peccato che si debbano attendere le indicazioni dello Stato, incomplete e da correggere. Peccato che i Comuni sono tanti e con problemi diversi, con obblighi che richiedono tempo e consigli comunali che esercitano legittimamente esame e controllo. Non ci scoraggiamo; operiamo affinché le correzioni arrivino. Cosa c’è e cosa manca nella legge di bilancio 2017?

 

C’è la conferma dell’inversione di rotta avviata nel 2015 con importanti strumenti di espansione degli investimenti e l’assenza di tagli. Ci sono nuove risorse importanti – circa 3 miliardi – che però non sono ripartite. Da queste ci attendiamo chiusura di conti aperti da tempo. Manca la certezza dell’eliminazione del taglio sulle Città metropolitane, ma siamo fiduciosi che sia coperto dal fondo di 965 milioni.

 

Chiedevamo altro e continuiamo a farlo: il ristoro delle spese degli uffici giudiziari (650 mln di debiti pregressi), la compensazione del mancato gettito 2015 dei terreni agricoli montani, la compensazione Imu/Tasi di 390 mln e le assegnazioni per la sentenza Ici/Imu. Attendiamo soluzioni, o almeno il loro avvio. Purtroppo gli schemi di bilancio non si fanno sulla base di ipotesi e auspici. Oci sarà a breve un decreto legge, oppure bisognerà aspettare il 1° gennaio e avviare una trattativa con il Governo per un Dpcm che richiederà tempo almeno per i passaggi formali.

 

Ci sono poi 700 milioni di spazi finanziari riservati prioritariamente ai Comuni con avanzi, a quelli fusi e a quelli fino a mille abitanti. C’è il finanziamento integrale dei progetti del bando periferie per più di 2 miliardi, a fronte dei 500 milioni inizialmente previsti. Ci sono 280 milioni per i profughi e risorse ingenti per il piano Casa Italia che riguarda settori propri dei Comuni. C’è la conferma a regime della regola di saldo di competenza, fondamentale per gli investimenti, e una correzione positiva del sistema sanzionatorio, un rilevante miglioramento del regime per gli enti in predissesto, che richiede un’integrazione sulla possibilità di rateizzare alcuni debiti erariali. C’è il definitivo chiarimento sull’obbligo del pagamento dei canoni di concessione delle gare gas in proroga. C’è il mantenimento dell’anticipazione di tesoreria a 5/12, e la proroga delle graduatorie che va però precisata.

 

Mancano tuttavia elementi urgenti per i bilanci: correggere le regole sulla perequazione e integrarle con risorse ulteriori, come negli anni scorsi; l’innalzamento del turn over al 75% per tutti i Comuni e una soluzione più graduale sul salario accessorio; risposte sulla ristrutturazione del debito. Servono poi la sospensione (promessa) del termine per la gestione associata obbligatoria per i Comuni piccoli. Tutto questo è necessario e urgente, mentre incombe la scadenza di approvazione dei bilanci al 28 febbraio, inutilmente legificata:termine da spostare al 31 marzo, come già condiviso con il Governo.