bilancioooOccorre un intervento normativo urgente che consenta di risolvere alcune importanti questioni rimaste aperte dopo la legge di bilancio 2017, e che pesano sulla situazione finanziaria ed ordinamentale dei Comuni.

 

 


 

Il tutto con l’obiettivo di concludere positivamente il confronto avviato da settembre con il governo e che non ha consentito di raggiungere tutti gli obiettivi prefissati, a causa dei fatti politici delle ultime settimane che ne hanno condizionato l’esito finale”. Lo ha ribadito il presidente dell’Anci Antonio Decaro intervenendo al Comitato direttivo (foto) svoltosi oggi per discutere, tra l’altro, della proposta dei sindaci di un provvedimento con cui il governo vada a completare il quadro di misure richieste dagli enti locali, rimasto incompleto con la legge di bilancio 2017.

 

Decaro ha fatto il quadro della situazione della legge di bilancio 2017 che per i Comuni si presenta buona ma incompleta, dando atto a Palazzo Chigi di aver confermato “l’inversione di rotta avviata nel 2015 con l’assenza di tagli, e con il mantenimento della maggiorazione dello 0,8 su TASI/IMU come confermata nel 2016. Importante – ha ricordato il presidente Anci – anche la previsione di due fondi dedicati agli enti locali, pari a circa 3 miliardi sui quali “non è stato possibile operare una ripartizione che ci auguriamo arrivi presto per consentire la chiusura di conti aperti da tempo. La nostra preoccupazione – ha sottolineato Decaro – è che il loro riparto, tramite un Dpcm, finisca per determinare ritardi nell’effettiva erogazione delle risorse”.

 

Tra i risultati positivi elencati dal sindaco di Bari, vi sono anche gli impegni raggiunti con il governo durante l’incontro dello scorso 24 novembre e relativi in particolare agli assensi all’eliminazione del taglio alle Città metropolitane pari a circa 250 milioni; al ristoro per la sentenza del Consiglio di Stato su ICI /IMU dopo il ricorso promosso dall’Associazione con 300 ml rateizzati in 10 anni ed infine alla compensazione del fondo Tasi/Imu di 390 ml su cui c’è l’impegno del Governo almeno a riconoscere 300 ml su fondo di 2 miliardi.

 

Il presidente Anci ha indicato come obiettivi conseguiti in sede di trattativa anche il fatto che la legge di Bilancio conceda “700 milioni di spazi finanziari riservati prioritariamente ai Comuni con avanzi, a quelli fusi e a quelli fino a mille abitanti”; oltre al “finanziamento integrale dei progetti del bando periferie per più di 2 miliardi, a fronte dei 500 milioni inizialmente previsti”.

 

In tema di immigrazione, “ci sono poi 280 milioni per i profughi, così come risorse ingenti per il piano Casa Italia che riguarda settori propri dei Comuni”. Altrettanto importante, a suo parere, “la conferma a regime della regola di saldo di competenza, fondamentale per gli investimenti, e una correzione positiva del sistema sanzionatorio, così come un rilevante miglioramento del regime per gli enti in predissesto, che richiede – ha però ribadito Decaro – ancora un’integrazione sulla possibilità di rateizzare alcuni debiti erariali”. Ed ancora “il definitivo chiarimento sull’obbligo del pagamento dei canoni di concessione delle gare gas in proroga ed il mantenimento dell’anticipazione di tesoreria a cinque/dodicesimi”.

 

A fare da contraltare a quelle concluse con l’ultima manovra, restano alcune questioni rimaste irrisolte, su cui Via dei Prefetti auspica una soluzione normativa in tempi brevi. Innanzitutto, “lo spostamento della scadenza legificata per l’approvazione del bilancio dal 28 febbraio al 31 marzo come già condiviso con il governo. Decaro ha poi indicato la necessità di: “modifiche alle norme sulla perequazione anche con una integrazione finanziaria per attenuare l’impatto sui Comuni più penalizzati; la sterilizzazione del taglio da 250 milioni delle Città metropolitane, che potrebbe trovare copertura nel fondo da 965 milioni previsto dalla legge di Bilancio, ma anche norme speciali che consentano la chiusura dei loro bilanci; e la rateizzazione dei debiti tributari e previdenziali degli enti in difficoltà finanziarie”.

 

Ma su due temi il presidente Anci ha particolarmente insistito: da un lato quello del personale, con la richiesta “dell’innalzamento della percentuale del turnover del personale al 75% per tutti i Comuni”,  da accompagnare con “una norma che – sottolinea Decaro – migliori la gestione del recupero del salario accessorio erogato, e con la possibilità per i Comuni e le Città metropolitane che hanno sforato il patto di stabilità di sostituire le figure essenziali ed infungibili”. Accanto a questo, appaiono necessari le proroghe dei contratti a tempo determinato delle città metropolitane e proroga delle graduatorie degli enti locali.

 

Dall’altro lato – è l’auspicio del presidente  – va accordata la sospensione del termine del 31 dicembre per la gestione associata obbligatoria per i piccoli Comuni. Una “possibilità già valutata favorevolmente dal governo e sottoscritta – ha concluso Decaro – con un comunicato congiunto di Anci e del ministro degli Affari regionali Costa”.