legge-di-bilancio-2024-terza-rata-imuAll’interno degli emendamenti presentati all’interno della Legge di Bilancio 2024 ne spunta uno che non piacerà a molti proprietari di casa: in arrivo una terza rata dell’IMU durante l’anno?


Il pacchetto di emendamenti alla Manovra 2024, presentato da Guido Quintino Liris (FdI), Elena Testor (Lega) e Dario Damiani (Fi), porta con sé significative novità nel settore abitativo. Fra queste, un’emendamento riguardante una sorta di terza rata Imu, concepita per sostenere i Comuni in ritardo, ma che potrebbe non piacere ai proprietari di case. Parallelamente, sono previste esenzioni per gli immobili di enti non commerciali, come fondazioni ed enti ecclesiastici.

Legge di Bilancio 2024, spunta la terza rata IMU

L’emendamento relativo all’Imposta Municipale Unica (Imu) presenta una significativa novità con la concessione di una proroga ai Comuni per la revisione delle aliquote. Questa proroga ha un impatto diretto sui contribuenti residenti nei Comuni che, per vari motivi, non hanno ancora deliberato sugli aumenti delle aliquote, causando un’inedita situazione di incertezza per i cittadini.

Il cuore della questione si svela quando si considera il pagamento successivo al 18 dicembre. Se il Comune in questione non ha ancora fissato le nuove aliquote, chi vive in quest’area potrebbe trovarsi a dover saldare una sorta di “terza mini-rata” entro il 29 febbraio dell’anno successivo. Questo pagamento aggiuntivo si rende necessario nel caso in cui le nuove aliquote risultino superiori a quelle vigenti fino all’18 dicembre.

Questa procedura, apparentemente complessa, rappresenta, in realtà, una sorta di sanatoria per i 211 Comuni italiani che hanno pubblicato in ritardo le delibere sugli aumenti delle aliquote dell’Imu. La scadenza iniziale per tale pubblicazione era fissata al 28 ottobre dell’anno precedente. I Comuni ritardatari si sono trovati nella difficile situazione di non poter applicare gli aumenti programmatisi per il 2023 nel pagamento di dicembre, poiché i contribuenti non li avrebbero ancora saldati.

Nel dettaglio, il pagamento del 18 dicembre avverrà considerando le aliquote precedenti al rilascio delle nuove delibere. L’eventuale differenza, qualora le nuove aliquote risultino superiori, dovrà essere corrisposta entro il 29 febbraio dell’anno successivo, senza incorrere in sanzioni o interessi.

Sanatoria per gli immobili ecclesiastici non commerciali

Infine uno degli aspetti chiave delle nuove regole fiscali riguarda le esenzioni per gli immobili di enti non commerciali, un tema che coinvolge particolarmente istituzioni come la Chiesa. Secondo le disposizioni, questi immobili godranno di una completa esenzione dalla tassazione a patto che siano utilizzati per attività non commerciali, senza l’obbligo di generare profitti.

In pratica, ciò significa che la Chiesa e altri enti simili possono beneficiare di una significativa agevolazione fiscale, purché l’immobile in loro possesso sia destinato a scopi non commerciali. Questo include attività come ad esempio la celebrazione di servizi religiosi, attività di beneficenza o altri scopi socialmente utili. L’esenzione si applica indipendentemente dalla capacità dell’ente di generare entrate monetarie attraverso l’utilizzo di tali immobili.

Questa misura rappresenta un tentativo di bilanciare gli interessi dei Comuni, che devono gestire le tasse e garantire entrate per i servizi pubblici, con la considerazione delle attività e delle finalità non lucrative degli enti non commerciali.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it