legge-di-bilancio-2019-proposte-emendamenti-anciLegge di Bilancio 2019, le proposte di emendamenti Anci  inviate in commissione Bilancio del Senato. Ecco una sintesi delle misure richieste.


Pubblicate le proposte di emendamenti Anci alla legge di bilancio 2019, inviate in commissione Bilancio del Senato. Eccone alcune citate a titolo esemplificativo. In calce all’articolo (e a questo link) potete scaricare il documento completo, redatto dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

 

Mantenimento delle risorse da passaggio IMU-Tasi

 

Il mancato inserimento delle risorse da “fondo IMU-Tasi” suscita gravi preoccupazioni. Si tratta di un contributo dovuto, in quanto derivante da modifiche nel regime fiscale locale (abolizione IMU sull’abitazione principale e istituzione della Tasi) che impedivano a un’ampia fascia di Comuni di mantenere il gettito già acquisito nel regime originario.

 

Si deve sottolineare che tali importi sono dovuti a circa 1.800 Comuni in base a principi di compensazione fiscale indiscutibili, trattandosi di minori gettiti direttamente riconducibili a modificazioni della disciplina dei tributi comunali, quantificati a suo tempo dal Mef in circa 485 milioni di euro.

 

Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE). Accantonamento minimo e determinazione a rendiconto

 

La norma introduce una maggiore gradualità per gli enti locali nell’applicazione delle disposizioni riguardanti l’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità iscritto nel  bilancio di previsione. Le attuali percentuali di accantonamento a FCDE appaiono troppo incisive, anche alla luce delle limitate risorse a disposizione degli enti locali per la chiusura dei bilanci di previsione, a fronte della crescente domanda di servizi da parte dei cittadini.

 

Per assicurare la sostenibilità dell’accantonamento a FCDE nel bilancio di previsione si ritiene necessario graduare ulteriormente il percorso di avvicinamento al completo accantonamento dell’FCDE nel bilancio di previsione.

 

Sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità e del saldo di competenza per gli enti in dissesto e pre-dissesto

 

La modifica estende la portata del comma 489, attraverso la disapplicazione delle sanzioni economiche ai casi già previsti dal comma stesso (violazioni emerse a seguito di accertamento della Corte dei Conti a carico di enti in dissesto o in procedura di riequilibrio finanziario). Appare infatti quanto mai opportuno, nelle more della prevista revisione delle norme sulle crisi finanziarie degli enti locali, evitare che l’insorgere di sanzioni sopravvenienti in esercizi successivi, spesso su materie di incerta interpretazione, aggravi il percorso di risanamento già intrapreso dall’ente, rendendolo in taluni casi del tutto impraticabile.

 

Si segnala inoltre l’opportunità di abrogare il successivo comma 491 il cui contenuto, anche nella versione attuale, risulta già previsto dal comma 489.

 

Armonizzazione contabile. Utilizzo avanzo di amministrazione vincolato in caso di disavanzo complessivo

 

La norma proposta amplia la possibilità concessa agli enti che si trovano in una condizione di disavanzo complessivo di utilizzare l’avanzo di amministrazione vincolato.

 

Con la prima versione si concede all’ente in disavanzo di applicare comunque l’avanzo vincolato (ad esclusione delle quote il cui vincolo è stabilito autonomamente dall’ente). Con la seconda versione, più restrittiva, la facoltà anzidetta è limitata anziché al solo “disavanzo da recuperare iscritto nel primo esercizio del bilancio di previsione”, anche all’eventuale maggior recupero realizzato nell’esercizio precedente.

 

Inoltre, per rafforzare l’applicabilità delle quote vincolate, nel primo anno di applicazione il limite viene aumentato dell’eventuale maggior recupero effettivo realizzato nelle annualità 2015, 2016 e 2017.

 

Il mancato sblocco dell’avanzo vincolato per l’ente che si trovi in una condizione di disavanzo complessivo mette in grave difficoltà alcune centinaia di enti tra cui diverse grandi città, che si vedrebbero “congelare” totalmente risorse in parte già disponibili in quanto accantonate nel proprio bilancio e quindi risulterebbero fortemente ostacolati nell’azione di rilancio degli investimenti.