Legge di Bilancio 2019, accordo tra Governo ed UE: lo conferma la stessa UE in una lettera inviata all’attuale esecutivo.
Dopo la lunga e complessa trattativa con l’Europa sulla manovra, il traguardo è raggiunto. La Commissione europea ha inviato una lettera al governo italiano e indica che non avvierà una procedura per disavanzo eccessivo.
La Commissione europea ha inviato una lettera al governo italiano in merito alle misure fiscali stabilite dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro delle Finanze Giovanni Tria in cui prende atto delle nuove misure fiscali presentate dal governo italiano e indica che, se saranno votate dal parlamento italiano entro la fine dell’anno, la Commissione non avvierà una procedura per disavanzo eccessivo.
“Il governo italiano ha fatto molta strada, solo alcune settimane fa ci sono stati dei dibattiti, tuttavia l’accordo raggiunto oggi ci permette di evitare la procedura per bilancio eccessivo a condizione che le misure vengano attivate pienamente. Adesso bisogna seguire da vicino le vicende in Italia”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, in una conferenza stampa a Bruxelles.
“Desidero ringraziare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro Tria per l’impegno personale e desidero ringraziare gli esperti dell’Italia e della Commissione che hanno lavorato per una soluzione. Devo essere chiaro, non è un accordo ideale, non è perfetto, ma è un passo nella direzione giusta per evitare la procedura di disavanzo eccessivo”.
L’intesa con il Governo non è stata semplice
La retromarcia compiuta dal governo, che ha ridotto il deficit/pil nominale dal 2,4% al 2,04%, non sembrava fino a poche ore fa sufficiente a soddisfare le richieste europee. Bruxelles ha sempre insistito infatti su una riduzione del disavanzo strutturale. E per giorni la trattativa e’ andata avanti, passando dal livello tecnico al livello politico. Il governo italiano ha inviato ieri alla Ue un nuovo schema dei saldi accompagnato, secondo quanto trapelato, anche da una revisione della stima di crescita del Pil dall’1,5% all’1% per il 2019.
“Credo che l’1% possa essere un target non solo realizzabile ma realistico, e che sulla base di questo obiettivo si possa sviluppare una politica d’investimento sana”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Stefano Buffagni, osservando come “la revisione di questo parametro sia gia’ stata abbondantemente anticipata” perche’ “i dati dicono che c’e’ un rallentamento dell’economia mondiale”.
La situazione
Il premier Giuseppe Conte riferisce al Senato sulla manovra a partire dalla “complessa interlocuzione con le istituzioni Ue alla quale” il governo ha “dedicato il nostro intenso impegno. Ci ha richiesto inesorabilmente molto tempo, come era inevitabile in un negoziato caratterizzato da forti connotazioni politiche seppure dipanato lungo il binario di un serrato confronto tecnico”.
L’Italia ha condotto il negoziato “senza mai arretrare rispetto agli obiettivi che con il voto del 4 marzo gli italiani hanno ritenuto priotario nell’azione di governo”, aggiunge Conte.
“Si profilava- spiega ancora- una prospettiva che andava evitata, abbiamo lavorato con massima determinazione per evitare la procedura di infrazione” ma “non abbiamo ceduto sui contenuti” della manovra.
“Con il sostegno dei vice presidenti e del ministro Tria in particolare – aggiunge Conte- sono intervenuto per riannodare i fili del dialogo” con l’Europa “affinchè non fosse compromesso il processo riformatore” del governo: il reddito di cittadinanza e quota 100 “partiranno nei tempi che avevamo previsto”.
Il pil “l’anno prossimo sarà dell’1%” a causa del rallentamento del ciclo e questo si “ripercuote sul saldo strutturale”. Le risorse per il reddito di cittadinanza e per quota 100, però, “sono inferiori” rispetto a quanto stanziato in manovra e “ha permesso di ridurre il deficit dal 2,4% al 2,04 senza modificare contenuti, platea dei destinatari nè tempi di attuazione”, spiega Conte.
Il premier annuncia poi l’introduzione “di clausole di salvaguardia Iva per il biennio 2020-2021” e specifica che “l’ammontare dei saldi nel 2019 è di 10 miliardi e 254 milioni di euro; di 12 miliardi e 242 milioni nel 2020 e 15 miliardi e 997 milioni nel 2021”.