Via libera dal Cdm, insieme al decreto che chiude Equitalia: “Porterà 4 miliardi, non si pagheranno interessi e more smisurati”. Nasce l’Iri per commercianti e artigiani, aliquota piatta al 24%. Il canone Rai scenderà a 90 euro. Contratti Pa, i sindacati sul piede di guerra: “Poche risorse”. Confermata la stima di crescita al +1% per il 2017, il deficit/Pil al 2,3%.
Crescita dei fondi per la Sanità a quota 113 miliardi, sette miliardi per il pacchetto pensionistico, chiusura di Equitalia, canone Rai giù a 90 euro e risorse “avanzate” e girate al Fondo di garanzia per le Pmi. E’ durato un’ora il Consiglio dei Ministri che ha licenziato la legge di Bilancio per il 2017, salita di un paio di miliardi di valore rispetto alla vigilia a quota 27. Uno snodo decisivo per definire le misure economiche del prossimo anno e determinare i parametri dei conti pubblici, che dovranno passare sotto la lente di Bruxelles per l’approvazione dell’Unione europea. Il premier Matteo Renzi ha specificato in conferenza stampa che il governo ha dato il via libera anche al decreto legge che riguarda l’abolizione di Equitalia e coniato #passodopopasso per ripercorrere le tappe che hanno portato alla “quarta Manovra che presentiamo” (contando tre finanziarie e il provvedimento per gli 80 euro). Il premier ha fatto riferimento per primo al pacchetto “competitività” che riguarda “20 miliardi di fondi nei prossimi anni” e “va di pari passo con l’equità”.
I cardini sono il piano Industria 4.0 e il super ammortamento per chi investe in macchinari e beni strumentali (140%), che sale al 200% per chi investe in tecnologie. “Diciamo agli imprenditori: noi vi diamo gli incentivi, ora tocca a voi mettere i soldi nel Paese”, ha incalzato Renzi. Novità di giornata è il testo sulla chiusura di Equitalia (“che è arrivata ad essere vessatoria per i cittadini”), più volte accarezzata in passato: “Chi deve pagare, pagherà”, ha spiegato Renzi, “ma non ci saranno più gli interessi e le more spropositate che caratterizzavano il vecchio modello”. Nello stesso decreto legge il governo ha poi ripartito i Fondi a disposizione della Presidenza del consiglio a favore delle “Pmi che non riescono ad avere accesso al credito”: a disposizione c’è dunque 1 miliardo sul Fondo di garanzia dedicato alle Piccole e medie imprese. E’ stato per primo il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ad annunciare che il Fondo per la Sanità avrà 2 miliardi in più e, come ha confermato la collega Lorenzin, verrà portato a 113 miliardi (112 miliardi più 1 per assunzioni e vaccini), scongiurando tagli paventati alla vigilia. Per quanto riguarda le tasse, di nuovo il premier ha ricordato che l’Ires scende al 24% (dal 27,5% precedente), mentre per i contribuenti quali piccoli negozianti e artigiani c’è la possibilità di accedere ad una tassazione (Iri) al 24%, in sostituzione della tradizionale Irpef con le aliquote che arrivano fino al 43%.
Confermato poi l’azzeramento dell’Irpef agricola, con un taglio di 1,3 miliardi in due anni considerando anche la cancellazione di Irap e Imu sui terreni. Sul versante pensionistico, lo stanziamento annunciato è di 7 miliardi sul triennio (1,9 miliardi per il 2017, erano attesi 6 miliardi in tutto) e portano a confermare l’intervento sulla quattordicesima per le pensioni basse e all’ormai celebre Ape, l’anticipo pensionistico: “Andare in pensione un anno prima significa rinunciare a poco meno del 5% del proprio stipendio”, ha sintetizzato il premier. Come spiegato nei giorni scorsi ai sindacati, l’Ape prevede infatti – nella versione volontaria – una rata di rimborso del 4,5-5% per ogni anno di anticipo dell’uscita dal lavoro e sarà possibile a partire da 63 anni d’età. Per accedere all’Ape agevolata bisognerà avere almeno 30 anni di contributi se disoccupati e 35 se si è lavoratori attivi. In campo sociale, per il contrasto alla povertà sono attesi 500 milioni in più dai risparmi istituzionali, cui si affianca un pacchetto da 600 milioni per la famiglia.
Per Casa Italia e la messa in sicurezza post-sismica si confermano 4,5 miliardi di stanziamenti nei prossimi anni. Confermate le proroghe delle detrazioni per i lavori di ristrutturazione (estese ai condomini e agli alberghi) e degli ecobonus; con 3 miliardi di interventi, per gli investimenti pubblici le slide del governo indicano una crescita di 12 miliardi in tre anni (2, 4 e 6 miliardi tra 2017 e 2019). Nel pubblico impiego, si prevedono 1,9 miliardi per rinnovo dei contratti e il comparto di Polizia e Forze armate. I sindacati sono già sul piede di guerra e annunciano la mobilitazione: “Basta prendere in giro i lavoratori Pubblici. Nella legge di Stabilità le risorse per i rinnovi sono del tutto insufficienti. Daremo battaglia per un contratto vero e innovativo”.
“I contenuti principali della legge di bilancio elencati dal Presidente Renzi sono una conferma di alcune richieste avanzate dall’Anci nei giorni dell’Assemblea di Bari”. È quanto afferma Antonio Decaro, presidente della Associazione.
“Niente tagli ai Comuni – aggiunge – e ci aspettiamo che ciò venga garantito anche alle Città metropolitane, così come ci aspettiamo di conoscere la dotazione finanziaria della legge Realacci sui piccoli Comuni. Abbiamo poi appreso di risorse disponibili per circa 3 mld che, per i comuni, contribuiranno a chiudere alcuni conti aperti quali la vicenda degli errori insorti nel passaggio Ici/Imu ed al ristoro delle spese per gli uffici giudiziari, così come la copertura del Fondo pluriennale vincolato per investimenti. Viene poi riconosciuto e premiato per il 2016 lo sforzo che i comuni fanno per accogliere e integrare i profughi con una una tantum di 500 euro a profugo, incentivo che Anci propone da tempo”.
“Inoltre – prosegue Decaro – Sono rifinanziati fondi importanti su edilizia scolastica e dissesto idrogeologico. La previsione di 4 mld di nuove entrate da attività di compliance sulle multe può poi rappresentare una opportunità importante per i comuni anche per alleggerire regole nuove contabilità e su questo attendiamo di conoscere nel dettaglio le modalità.
C’è poi il finanziamento integrale dei progetti del bando periferie dei Comuni per oltre 2 mld. Ma su questo fronte, per trasformare i comuni in stazioni appaltanti efficienti è necessario un intervento che modifichi il nuovo codice degli appalti e le norme vigenti sul turn over del personale degli enti locali.
Come Anci – conclude il Presidente – incontreremo il governo nei prossimi giorni per ottenere ogni risultato utile per i Comuni sulla base della piattaforma proposta”.