iva-assorbenti-2019IVA su assorbenti 2019: una questione che fa ancora discutere dopo la smentita di Report alla bufala sulle sanzioni UE per chi abbassa le imposte su questi prodotti.


In Italia gli assorbenti sono tassati al 22%. La norma, contenuta nell’ultima legge di bilancioha fatto parecchio discutere. Uno scandalo, se si pensa che in alcuni Paesi Ue esistono agevolazioni fiscali per le giovani donne, mentre in Irlanda questa tassazione è azzerata (in Inghilterra è al 5%, in Olanda e Belgio è al 6%).

Si stima che in Italia le donne che ogni mese si recano al supermercato per comprare assorbenti siano 21 milioni. Ogni anno in Italia vengono venduti 2.6 miliardi di salviette igieniche

Il programma di Rai3, Report ha anche deciso di creare un’inchiesta ad hoc, che rafforza la tesi sulla tassazione eccessiva su questi prodotti essenziali.

E la stessa trasmissione ha appena smentito anche una vera e propria “bufala”, sul fatto che l’Unione Europea sanzioni chi abbassa l’IVA su questi prodotti.

La bufala smentita da Report

A sostenere la bufala in questione è stata Laura Castelli, viceministro dell’Economia di fresca nomina (era sottosegretario in quota M5S),

Il viceministro avrebbe detto che

“gli altri Paesi che hanno fatto questa operazione sono andati in sanzione. E non credo che sia nelle intenzioni di questo governo farsi sanzionare”.

A questo punto Report ha chiesto direttamente a Bruxelles delucidazioni in merito

Sulle eventuali sanzioni per l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti l’Unione Europea ha risposto in maniera piuttosto inequivocabile, smentendo la circostanza.

Ciò semplicemente dicendo che sui prodotti per l’igiene femminile l’Iva può essere abbassata senza incorrere in sanzioni.

Ricordiamo che è in atto una campagna, promossa dall’associazione Onde Rosa, insieme ai Giovani Democratici della Lombardia, che ha lanciato una petizione nazionale. Il nome è “Il ciclo non è un lusso” .

Attraverso una raccolta firme su change.org, vuole abbassare l’IVA agli assorbenti femminili al 4%, considerandoli quindi come beni di prima necessità (quali essi sono) e allineandosi finalmente alla tassazione degli altri Paesi europei.