Nella nota mensile l’Istat sottolinea che “l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana evidenzia un ulteriore calo, seppur di intensità più contenuta rispetto alle flessioni degli ultimi mesi”.
“L’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana evidenzia un ulteriore calo, seppur di intensità più contenuta rispetto alle flessioni degli ultimi mesi”. Lo rileva l’Istat nella nota mensile, sottolineando che la fiducia delle imprese ha segnato a luglio “un incremento”, tuttavia l’indice del trend, “ricalcolato sulla base degli indicatori mensili più recenti”, segnala ancora una frenata sebbene con un ritmo inferiore. L’Istituto di statistica rileva “un contesto caratterizzato dal proseguimento della flessione del commercio internazionale e della crescita dell’economia statunitense”, dal “rallentamento dei ritmi produttivi nel secondo trimestre” nell’area Euro e in Italia da “una diminuzione dei livelli di attivita’” delle imprese manifatturiere, “mentre l’occupazione ha continuato a espandersi e le tendenze deflazionistiche si sono attenuate”.
In merito ai prezzi al consumo, “a luglio si è attenuata la fase deflattiva” rileva l’Istat. “In base alla stima preliminare, la variazione tendenziale dell’indice dei prezzi per l’intera collettività nazionale è rimasta negativa (-0,1%), ma l’intensità è risultata più contenuta rispetto ai cinque mesi precedenti (-0,4% la variazione in giugno). Sull’andamento dell’inflazione complessiva continua a pesare la caduta dei prezzi energetici (-7,0% rispetto a luglio 2015); la dinamica della componente di fondo ha segnato una leggera risalita ma rimane molto moderata, scontando il debole andamento dell’economia e la trasmissione delle pressioni deflative di origine internazionale. Negli ultimi mesi l’inflazione italiana è risultata più bassa rispetto all’insieme dei paesi dell’area euro:negli ultimi due mesi il tasso tendenziale dell’indice armonizzato al consumo è, infatti, tornato positivo (+0,2% in luglio in confronto al -0,1 % per l’Italia)”.