L’istanza di interpello presentata all’Agenzia delle entrate è soggetta a imposta di bollo?
Augusto Bardo
L’istanza di interpello: esente da bollo?
In base allo Statuto dei diritti del contribuente, è possibile interpellare l’amministrazione finanziaria per ottenere un parere relativamente a un caso concreto e personale con riferimento: all’applicazione delle disposizioni tributarie, quando vi sono condizioni di obiettiva incertezza sulla corretta interpretazione delle stesse; alla corretta qualificazione di fattispecie alla luce delle disposizioni tributarie applicabili alle medesime, ove ricorrano condizioni di obiettiva incertezza; alla sussistenza delle condizioni e alla valutazione della idoneità degli elementi probatori richiesti dalla legge per l’adozione di specifici regimi fiscali nei casi espressamente previsti; all’applicazione della disciplina sull’abuso del diritto a una specifica fattispecie. Inoltre, è possibile presentare istanza di interpello anche per la disapplicazione di norme tributarie che, allo scopo di contrastare comportamenti elusivi, limitano deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta, o altre posizioni soggettive del soggetto passivo altrimenti ammesse dall’ordinamento tributario, fornendo la dimostrazione che nella particolare fattispecie tali effetti elusivi non possono verificarsi (articolo 11, legge 212/2000). In ogni caso, l’istanza di interpello è esente da bollo (cfr provvedimento 4 gennaio 2016).
L’interpello è un’istanza che il contribuente rivolge all’Agenzia delle Entrate prima di attuare un comportamento fiscalmente rilevante, per ottenere chiarimenti in relazione a un caso concreto e personale in merito all’interpretazione, all’applicazione o alla disapplicazione di norme di legge di varia natura relative a tributi erariali.