La tornata amministrativa del 25 maggio ha influito per forza di cose sulla scadenza del pagamento della Tasi per la prima casa, la tariffa sui servizi indivisibili, posticipata al 16 dicembre. La decisione è stata presa poco più di un mese fa dalle Commissioni Finanze e Bilancio della Camera, alle prese con il cosiddetto Salva Roma ter: in quell’occasione è stato accolto infatti dalla Commissione dei 18 un emendamento dei due relatori del dl 16 (Melilli del Pd e Bernardo, Ncd), che ha spostato a dicembre il pagamento della Tasi, decisione che tuttavia ha riguardato i 4.095 municipi che andranno al voto a fine mese.
Il resto degli 8mila Comuni ha quindi la possibilità di far pagare il tributo entro il 16 giugno, a condizione però che questi pubblichino sul sito del Ministero dell’Economia, entro il 31 maggio, la delibera con cui sono state fissate le aliquote e le detrazioni per le abitazioni principali. Ma così evidentemente non sarà ed ecco quindi che si attingerà al comma 688 della legge 147/2013, la legge di Stabilità 2014. Non a caso, a quanto si apprende dagli addetti ai lavori, la maggior parte degli amministratori sta decidendo di far gravare la Tasi soltanto sulle abitazioni principali, fissando aliquote zero sul resto degli altri immobili. Naturalmente il rimbalzo della scadenza al 16 dicembre farà mancare molta liquidità nelle casse dei Municipi, peraltro rendendo più pesante lo sforzo da parte dei contribuenti che in quel periodo dovranno far fronte anche ad altri pagamenti, sia sul fronte erariale che comunale. Affanno in vista anche per i pagamenti delle altre tipologie di immobili: a detta degli esperti infatti, l’aver previsto il versamento dell’acconto ad aliquota base creerà molto probabilmente per gli amministratori forti ambiti di credito (a cui far fronte, a fine anno, con analoghi rimborsi), prospettiva che i Sindaci intendono scongiurare in ogni modo. L’ipotesi a cui sembra propendere la maggior parte degli amministratori sarebbe quella di fissare, in maniera provvisoria, aliquote zero per tutti gli immobili ad eccezione della prima casa, con la riserva di rivederle più in là nell’ambito di nuove delibere. In questo modo, viene spiegato, sarebbe possibile ottenere una migliore armonizzazione con le aliquote Imu, il tutto facilitato anche dal fatto che il termine per l’approvazione dei bilanci preventivi 2014 è stato spostato al 31 luglio.
Nel frattempo in questo bailamme di ipotesi si è fatta largo Confedilizia, secondo la quale “se entro il 16 giugno tutti i Comuni non avranno deciso definitivamente la quota di Tasi a carico degli inquilini, Confedilizia consiglierà di pagare solo il 70% dell’imposta, lasciando il 30% residuo a carico degli inquilini, come del resto hanno deciso di fare il 40% circa degli enti locali che hanno finora deliberato”. E in questo caso, sottolinea l’organizzazione, “si faranno tutt’al più dei conguagli, ovviamente senza carico di interessi”.
FONTE: Asfel (Associazione servizi finanziari enti locali)