Un emendamento al Milleproroghe ripristinerà l’imposta di sbarco?
Il tributo, sostitutivo dell’imposta di soggiorno, viene circoscritto agli sbarchi nelle isole minori attraverso collegamenti di linea o vettori abilitati al trasporto di persone e consiste in un importo di 2,5 euro a passeggero. A quanto pare un emendamento al decreto Milleproroghe, approvato dalla commissione affari costituzionali del Senato, ripristina l’imposta di sbarco sulle isole minori.
L’imposta di sbarco, come detto, può essere invece introdotta dai comuni che insistono su isole minori, le quali, si ritiene, coincidano con gli ambiti territoriali individuati dall’allegato “A” dell’art. 25, comma 7, della legge finanziaria 2002 (1 448/2001). In tal caso, pertanto, la potestà istitutiva spetta solo ai singoli comuni e non alle unioni. Anche per istituire il nuovo tributo, occorre un regolamento adottato ai sensi dell’art. 52 del dgls 446/1997, ma in tal caso non è prescritta l’adozione di una normativa quadro nazionale (del resto, finora non definita neppure rispetto all’imposta di soggiorno).
L’imposta era entrata in vigore con la legge 28 dicembre 2015, n. 221, Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali. L’articolo 33 istituiva il contributo di sbarco nelle isole minori al fine di sostenere e finanziare gli interventi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti nonchè gli interventi di recupero e salvaguardia ambientale nelle isole minori.