Negli ultimi anni la caduta degli investimenti in impianti e macchinari è stata pesantissima. Tra il 2007, anno di picco massimo, e il 2014, la contrazione avvenuta in Italia ha sfiorato il 28 per cento: in termini assoluti abbiamo registrato una variazione negativa di oltre 24 miliardi di euro (vedi Tab.1). Negli ultimi 15 anni non eravamo mai scesi così in basso come l’anno scorso, quando lo stock di investimenti ha raggiunto quota 62,7 miliardi: quasi 12 in meno rispetto a quelli censiti nel 2000 (vedi Graf. 1).
“Con la legge di Stabilità si è deciso di innalzare al 140 per cento gli ammortamenti per l’acquisto di macchinari. Grazie a questa misura – avverte il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – il Governo ha posto le basi per incentivare gli investimenti. Un provvedimento che è stato salutato positivamente dalle aziende che, tuttavia, pongono un interrogativo. Con quali soldi gli imprenditori, sopratutto quelli di piccola dimensione, sfrutteranno questa occasione se, nonostante le misure messe in campo dalla Bce, i prestiti bancari alle aziende continuano a diminuire ?”
Al netto degli effetti positivi introdotti nel marzo scorso con il Quantitative easing, dalla CGIA ricordano che nonostante la Bce abbia erogato con il T-LTRO ben 113 miliardi di euro alle banche italiane, queste ultime, tra l’agosto dell’anno scorso e lo stesso mese di quest’anno, hanno diminuito gli impieghi alle aziende di oltre 18,5 miliardi di euro (-2 per cento) (vedi Tab.2).
“Indubbiamente – conclude Zabeo – anche gli istituti di credito hanno le loro ragioni. In questi ultimi anni le sofferenze sono aumentate in misura esponenziale e la domanda di credito è rimasta molto timida. Purtroppo, ciò ha contribuito a chiudere i rubinetti del credito. Tuttavia, il problema esiste e in qualche modo va affrontato, altrimenti il nuovo bonus per spingere gli investimenti produttivi rischia di non sortire gli effetti sperati”.
Ritornando alla legge di Stabilità 2016, l’esecutivo ha deciso di premiare gli imprenditori che investiranno nella propria azienda, consentendo a questi ultimi di calcolare gli ammortamenti sul valore del bene acquistato maggiorato del 40 per cento. Il risparmio di imposta verrà “spalmato” nel periodo di ammortamento. Dalle indiscrezioni apparse in questi giorni, al maxi ammortamento e alle agevolazioni per la contrattazione aziendale sarebbero destinati 600 milioni di euro.
Nella Tab. 3 la CGIA ha realizzato un esercizio puramente teorico, stimando come si potrebbe ripartire il risparmio fiscale tra i diversi settori produttivi, nell’ipotesi in cui tutti i 600 milioni di euro fossero destinati al superammortamento. La suddivisione è stata effettuata sulla base degli investimenti storici in macchinari avvenuti in questi ultimi anni nei vari settori produttivi. Gli sgravi più consistenti (oltre il 50 per cento) dovrebbero interessare l’industria manifatturiera, in particolar modo il settore dei prodotti in metallo, la metallurgia e il settore alimentare.