Renzi in pressing perché sia tutto pronto per domani, ma potrebbe essere necessario attendere qualche giorno. Sicuro il taglio Irpef, resta da decidere se attraverso le detrazioni sul lavoro o quelle per i familiari a carico. Padoan a Bruxelles: “risultati crescenti nel tempo e veramente significativi in 3-4 anni”.
La riduzione da 10 miliardi delle tasse ci sarà e il premier Matteo Renzi spinge perché tutto sia pronto già per mercoledì, quando il Cdm sarà chiamato a varare comunque una sventagliata di provvedimenti che segnerà il cambio di passo del governo. Ma, se per rimborso debiti PA, l’edilizia scolastica e il piano casa è tutto pronto, per la riduzione delle tasse potrebbe essere necessario attendere qualche giorno. Il Cdm delineerebbe comunque il percorso, identificando coperture e tempi, che saranno brevissimi. Con una sorpresa: tra le forbici del governo potrebbero finire le spese militari e anche i contestatissimi aerei da guerra F35. ”Bisogna agire subito. I risultati – ha detto da Bruxelles il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan – saranno crescenti nel tempo e probabilmente veramente significativi in 3-4 anni”. Quanto alle risorse per il taglio delle tasse, il ministro ha assicurato che “il programma passa per riforme strutturali, riduzione del cuneo coperto in modo permanente da tagli di spesa, condizione importante per garantire la sostenibilità di bilancio”. Nessuna incertezza sulla volontà di intervento, quindi, ma certo il governo è proprio alle prese con le compatibilità tecniche delle scelte da fare. A cominciare dalle coperture, che saranno crescenti nel tempo: 10 miliardi saranno infatti a regime mentre quest’anno – poiché la decisione arriva già qualche mese dopo l’avvio dell’anno – servirà molto meno. Che la riduzione delle tasse si concentri sull’Irpef, invece, appare oramai scontato. Ma certo c’è da decidere come possa essere attuata, ad esempio se attraverso le detrazioni sul lavoro o quelle per i famigliari a carico. I sindacati – tutti – premono per interventi in favore dei lavoratori e il leader Cgil, Susanna Camusso, chiede risorse per il mondo del lavoro, anche sul capitolo degli ammortizzatori sociali, minacciando proteste. Se le scelte saranno concentrate sui redditi fino a 15.000 euro il ‘bonus’ mensile potrebbe arrivare anche a 200 euro, se si sale anche di poco (a 20.000 euro) l’importo si dimezzerebbe. In ogni caso scelte non sono ancora state fatte: sul tappeto ci sarebbero ancora anche la possibile riduzione dei contributi sociali, che impattano sulle buste paga ma anche sui costi dei datori di lavoro. Mercoledì certo sarà il giorno delle scelte politiche. Il primo nodo da sciogliere è quello delle coperture. ”Non utilizzeremo i fondi Ue per il cuneo fiscale”, ha detto il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio in una nota ufficiale. Per questo capitolo nel 2014 basterebbero 7-8 miliardi, cinque dei quali dalla spending review. Nel paniere delle risorse rimangono anche l’intervento sulle rendite finanziarie, i minori esborsi per gli interessi dovuto al calo dei rendimenti sui titoli di Stato e il rimpatrio dei capitali, per il quale è previsto il varo di un ddl da approvare velocemente con le modifiche che spianerebbero alcuni nodi tecnici emersi nel confronto con Svizzera. Ma c’è poi la sorpresa del taglio alle spese militari. Nel mirino della contraerea del governo sono finiti gli aerei da guerra F-35, costosissimi e contestatissimi. Lo Stato italiano prevede ora di spendere 14,3 miliardi in 15 anni e ha già ridotto il proprio programma da 131 a 90 aerei. Un ulteriore cesoiata, oltre ad avere un impatto economico, avrebbe un valore politico, dando visibilità ad un tema caro al Pd ma che è diventato un vessillo del M5s. Certi sono invece gli altri provvedimenti annunciati da Renzi. Per il jobs act arrivano le prime norme. Si tratta di disegni di legge che introducono semplificazioni nel mercato del lavoro e anche la riforma degli ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di estendere una ‘copertura’ anti crisi anche a chi oggi non può usufruire della cassa in deroga. Per ora si tratta di interventi che non richiedono risorse: per gli ammortizzatori sociali, però, ci sarà una rimodulazione dei fondi ora previsti per la Cig in deroga. L’ipotesi di interventi onerosi, invece, passa attraverso l’uso dei fondi Ue, che sono vincolati a progetti di sviluppo e che arriverebbero in seguito. Il Tesoro porta le norme che consentono di sbloccare 60 miliardi di euro di debiti della P.A, che potrebbero avere anche l’effetto di alimentare gli incassi Iva contribuendo alla copertura del taglio del cuneo. Le norme prevedrebbero un rafforzamento del ruolo della Cdp ma anche misure per evitare che in futuro si ripetano gli stessi ritardi. Varo sicuro anche per le norme che sbloccano i fondi – circa 2 miliardi – gia’ in possesso dei Comuni per ristrutturare le scuole. Il piano casa, infine, prevederà un’aliquota ridotta per la cedolare in caso di contratti a canone ridotto, un fondo per la morosità incolpevole, un aiuto per le giovani coppie.
FONTE: Confcommercio