Disponibile la guida aggiornata, elaborata e curata dall’Agenzia delle Entrate, sulla disciplina fiscale e le regole per gli intermediari in materia di locazioni brevi.
Il decreto legge n. 50 del 2017 ha introdotto importanti novità fiscali per i contratti di locazione di immobili a uso abitativo stipulati a partire dal 1° giugno 2017, con una durata massima di 30 giorni. Questi contratti, comunemente chiamati “locazioni brevi”, sono regolati da specifiche disposizioni fiscali.
L’obiettivo del vademecum fornito dall’amministrazione finanziaria è volto a delucidare tutte queste regole.
Le modifiche normative introdotte dal decreto legge n. 50/2017 e successivamente aggiornate dalla legge di bilancio 2024 hanno chiarito e ampliato il quadro fiscale delle locazioni brevi. Per chi affitta un immobile per brevi periodi, è fondamentale conoscere e rispettare queste regole, sia per ottimizzare la gestione fiscale dei propri redditi sia per evitare sanzioni. Anche gli intermediari devono prestare particolare attenzione agli adempimenti previsti, per garantire la corretta applicazione delle norme e la tutela degli interessi dei propri clienti.
La cedolare secca per le locazioni brevi
Una delle principali novità è l’estensione della cedolare secca sugli affitti anche ai redditi derivanti da contratti di sublocazione e da concessioni onerose effettuate dal comodatario. Inoltre, si applica anche ai contratti di locazione breve che includono servizi accessori, come la pulizia e la fornitura di biancheria. Questo regime fiscale agevolato è disponibile sia per i contratti stipulati direttamente tra locatore e inquilino, sia per quelli che coinvolgono intermediari immobiliari o portali online.
Le modifiche della Legge di Bilancio 2024
Con la legge di bilancio 2024 (legge n. 213/2023), sono state introdotte alcune modifiche significative. L’aliquota dell’imposta sostitutiva dovuta dai locatori che optano per la cedolare secca è stata aggiornata, e sono stati definiti nuovi obblighi per gli intermediari non residenti.
Limiti per l’applicazione della cedolare secca
Dal 2021, la cedolare secca è applicabile solo se il locatore destina al massimo quattro appartamenti alla locazione breve durante l’anno fiscale. Superato questo limite, l’attività viene considerata di natura imprenditoriale, con tutte le conseguenze fiscali e normative del caso.
Quali contratti rientrano nella disciplina
La disciplina delle locazioni brevi si applica a contratti di locazione di immobili a uso abitativo situati in Italia, con durata non superiore a 30 giorni, stipulati da persone fisiche al di fuori di un’attività d’impresa. Sono inclusi i contratti che prevedono servizi accessori come la pulizia e la fornitura di biancheria, mentre sono esclusi quelli che offrono ulteriori servizi tipici delle attività alberghiere, come la colazione o la somministrazione di pasti.
Intermediari e responsabilità
Gli intermediari che operano in queste transazioni hanno specifici obblighi. Devono comunicare i dati dei contratti all’Agenzia delle Entrate e applicare una ritenuta del 21% sui canoni di locazione, a titolo di acconto sulle imposte dovute dal locatore. Questi adempimenti si applicano indipendentemente dal regime fiscale scelto dal locatore. Questi obblighi permangono anche se l’intermediario si avvale di altri soggetti per gestire la locazione, come avviene spesso con l’utilizzo di piattaforme online. Le informazioni comunicate dai locatori sono pertanto fondamentali per l’esatta applicazione della normativa, e gli intermediari devono assicurarsi che siano corrette.