Il Governo italiano si appresta, per l’ennesima volta, alla modifica del PNRR. E dopo tre modifiche significative avvenute negli ultimi due anni, l’esecutivo si trova dinanzi all’impossibilità di realizzare alcune riforme e progetti contenuti nel Piano.
I continui ritardi, uniti alla mancanza di tempo per il completamento delle misure previste, hanno indotto il Ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, a sviluppare un piano d’emergenza, finalizzato a una revisione tecnica del PNRR. Questa comporterà uno spostamento di risorse, tra i 3 e i 6 miliardi di euro, che verranno allocate in settori ove sono maggiormente necessarie. Tuttavia, la revisione non prevede un cambiamento nel saldo complessivo del Piano, in quanto l’Italia ha confermato alla Commissione Europea l’intenzione di impiegare l’intero ammontare di 194,4 miliardi di euro, anche in vista della transizione di Fitto alla Commissione Europea nel ruolo di commissario entro fine anno.
- Il Governo accelera sulla modifica del PNRR per rispettare gli obiettivi
- La revisione dal lato delle infrastrutture
- La richiesta di proroga della prossima scadenza
- Ulteriori aggiustamenti in programma
- Tra ritardi e obiettivi raggiunti
- Scadenze inaccettabili per le associazioni della campagna #DatiBeneComune
- Ritardi nei tempi di monitoraggio
- Troppe revisioni manifestano una certa fragilità progettuale?
Il Governo accelera sulla modifica del PNRR per rispettare gli obiettivi
Per rispettare tali obiettivi, Fitto ha accelerato i tempi della revisione tecnica, puntando a completarla entro la fine dell’anno. La task force della sua struttura di missione a Palazzo Chigi sta lavorando alla definizione delle modifiche in collaborazione con i tecnici dei vari ministeri, affinché il riallineamento del Piano avvenga su base trasversale e coinvolga tutti i settori. Alcune aree, tuttavia, risentiranno più di altre degli aggiustamenti, come già accaduto con la prima revisione, che ha dirottato 11 miliardi verso il programma Repower EU, un capitolo del PNRR orientato alla sostenibilità energetica. Anche i fondi per Transizione 5.0, supervisionati dal Ministero delle Imprese guidato da Adolfo Urso, sono oggetto di particolare attenzione, poiché il livello di adesione delle imprese, che beneficiano di crediti d’imposta legati alla transizione energetica, risulta attualmente basso, tra il 60% e il 70%.
La revisione dal lato delle infrastrutture
Anche il Ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, sarà coinvolto nella revisione. Il suo dicastero gestisce, infatti, 23,7 miliardi di euro destinati agli interventi ferroviari di RFI. Nonostante i lavori procedano secondo il calendario, alcune tratte, come la Salerno-Reggio Calabria, potrebbero perdere alcuni fondi, che verranno spostati a favore di altre tratte ritenute prioritarie, pur mantenendo le risorse all’interno del medesimo settore.
Tuttavia, non è escluso che parte dei fondi venga destinata ad altre aree di spesa. Ad esempio, i fondi potrebbero essere destinati alla creazione di 60.000 nuovi posti letto per gli studenti universitari. Il Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, ha espressamente chiesto a Fitto di preservare l’integrità del progetto, proponendo alcune soluzioni quali l’eliminazione del vincolo che riserva il 70% dei posti agli alloggi singoli e l’anticipo del 20% dei contributi ai gestori delle residenze. Tali proposte sono attualmente in esame sia a livello nazionale sia presso la Commissione Europea, ma le trattative sono comunque in salita.
La richiesta di proroga della prossima scadenza
In questo contesto, il Ministro Bernini ha suggerito a Fitto di avanzare richiesta all’UE per una proroga della scadenza del 30 giugno 2026, termine ultimo per il completamento del PNRR. Tuttavia, Fitto ha manifestato l’intenzione di evitare una simile richiesta, considerando anche il delicato momento relativo alla sua nomina a commissario europeo. Il governo potrebbe valutare mini-proroghe selettive, riservate a progetti prossimi al completamento, a condizione che Bruxelles dia il proprio consenso. Fitto ha anche precisato che i soggetti attuatori dei progetti saranno ritenuti responsabili dell’eventuale mancato rispetto dei tempi. Ciò vale anche per le riforme, in particolare quelle riguardanti il sistema giudiziario, per le quali alcuni obiettivi potrebbero essere posticipati.
Ulteriori aggiustamenti in programma
Il Ministro Fitto intende ottenere tali aggiustamenti prima di assumere il nuovo incarico a Bruxelles. La revisione del PNRR comporta inoltre la necessità di nominare un nuovo Ministro ad hoc, poiché la gestione autonoma del Piano risulta, ad ora, inadeguata. Giorgia Meloni aveva considerato di distribuire le deleghe del Recovery ai suoi sottosegretari a Palazzo Chigi, ma le attuali circostanze suggeriscono la nomina di un nuovo responsabile.
Il dialogo continuo e costante con la Commissione Europea ha caratterizzato fin dall’inizio il percorso di attuazione del PNRR, inclusa la verifica degli obiettivi e dei traguardi legati alle singole rate. Questo metodo di lavoro ha consentito l’identificazione tempestiva delle criticità derivanti da circostanze oggettive e imprevedibili, in conformità con le normative europee, e la definizione di soluzioni condivise.
Tra ritardi e obiettivi raggiunti
Sebbene siano emerse critiche sui ritardi nell’attuazione del Piano, è importante sottolineare che la Commissione Europea ha finora considerato raggiunti tutti gli obiettivi e i traguardi dichiarati dall’Italia, come dimostra l’erogazione dei fondi in corrispondenza delle rate richieste. Recentemente, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, in occasione dell’audizione sul piano di bilancio strutturale 2025-2029, ha evidenziato che attualmente circa 160.000 progetti di opere pubbliche del PNRR, per un valore complessivo di 105,7 miliardi di euro, sono in fase di esecuzione. Le proposte di revisione del PNRR approvate finora hanno permesso di correggere errori materiali e di apportare modifiche fisiologiche alla luce delle circostanze oggettive e imprevedibili, mantenendo l’Italia in testa in Europa per numero di obiettivi raggiunti, rate richieste e importo complessivo ricevuto. Eventuali ulteriori proposte di aggiustamento saranno definite con le amministrazioni responsabili e concordate con la Commissione Europea, per garantire la piena realizzazione degli investimenti pianificati nel rispetto delle scadenze e delle condizionalità stabilite.
Scadenze inaccettabili per le associazioni della campagna #DatiBeneComune
A circa due anni dal termine fissato per la conclusione del PNRR, l’Osservatorio civico PNRR e numerose associazioni legate alla campagna #DatiBeneComune considerano inaccettabile una situazione in cui oltre il 56% delle scadenze non è stato ancora raggiunto. Per questo motivo, tali organizzazioni hanno presentato all’Ispettorato generale per il PNRR varie richieste di accesso agli atti, finora senza esito.
La legge di conversione del decreto “PNRR quater” stabilisce una serie di impegni e tempistiche per il monitoraggio delle spese e dello stato d’avanzamento dei progetti, affidate ai soggetti attuatori e alle Amministrazioni competenti:
- un aggiornamento su ReGiS entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, comprensivo di cronoprogramma procedurale e finanziario di ogni programma e intervento, con indicazioni su avanzamento e pagamenti;
- ulteriori 30 giorni per verificare le informazioni fornite;
- altri 20 giorni, eventualmente prorogabili una sola volta per 10 giorni, per integrare le informazioni su richiesta delle amministrazioni responsabili.
Ritardi nei tempi di monitoraggio
La conclusione di tali attività sarebbe dovuta avvenire entro 90 giorni dalla conversione del decreto. Tuttavia, dopo 187 giorni i dati sulle singole spese di progetto non sono ancora stati pubblicati, risultando quindi evidente un ritardo nei tempi di monitoraggio. Infatti, la l. n. 143 del 7 ottobre 2024 (di conversione del decreto “Omnibus”) permette alle amministrazioni responsabili di erogare fino al 90% dei fondi entro 30 giorni dalla richiesta dei soggetti attuatori, rimandando i controlli documentali a un momento successivo: “al più tardi, in sede di erogazione del saldo finale dell’intervento”.
Il Governo ha attribuito la carenza di dati ai ritardi degli enti attuatori nella rendicontazione delle spese, provocando una sottostima dell’avanzamento reale. Tuttavia, la Struttura di missione del PNRR non ha ancora pubblicato sul sito i cronoprogrammi, inclusi quelli per cui sono stati esercitati i poteri sostitutivi previsti dal decreto-legge “PNRR quater”.
La scarsità di dati fa temere che molti investimenti potrebbero subire ritardi significativi, con la possibilità di compromettere parte dei fondi assegnati all’Italia. Nel frattempo, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stanziato ulteriori 350 milioni di euro, nell’ambito di un fondo di 2 miliardi (Missione 1, Componente 2, Investimento 7 del PNRR), per favorire investimenti in efficienza energetica e sostenibilità dei processi produttivi.
Troppe revisioni manifestano una certa fragilità progettuale?
Le continue revisioni del PNRR mostrano un tentativo del governo italiano di adattarsi a difficoltà oggettive, ma svelano anche alcune fragilità nella progettazione e nel coordinamento delle varie attività necessarie. La gestione frammentaria e i frequenti ritardi suggeriscono infatti carenze strutturali che minano la credibilità dell’Italia nell’attuazione di un piano così ambizioso e complesso. Sebbene il costante dialogo con la Commissione Europea, nonché lo spostamento delle risorse verso altri settori prioritari rappresentino aspetti positivi, emergono vari interrogativi.
La riluttanza a richiedere una proroga ufficiale per non compromettere l’immagine del Paese può apparire come una scelta comprensibile sul piano politico, ma rischia di creare pressioni sui progetti ancora in essere e compromettere la qualità degli interventi. La trasparenza risulta ulteriormente messa a rischio dal mancato aggiornamento dei dati sulle spese, situazione che non solo alimenta dubbi sull’effettivo avanzamento dei progetti, ma può anche intaccare la fiducia della cittadinanza.
In definitiva, il PNRR rappresenta sicuramente un punto di svolta per l’Italia, ma, per la sua attuazione, è necessario un impegno concreto, nel senso di un’efficace rendicontazione, una responsabile gestione dei fondi, e una maggiore assunzione di responsabilità tra le parti coinvolte. Il governo è quindi chiamato non solo a garantire l’adempimento degli impegni assunti, ma a farlo in modo che tale processo sia verificabile e condiviso con i cittadini e gli organi di controllo europei.
il diavolo fa le pentole ma non in coperchi