Il ministro Padoan ha rilasciato un’intervista al Financial Times – pubblicata domenica su FT.com e ieri sul giornale – nella quale affronta le prospettive dell’area euro.
Il Ministro ritiene che l’ipotesi di uscita della Grecia dall’euro – pubblicamente formulata da esponenti di governi e istituzioni – abbia di per sé cambiato la natura dell’euro, rendendo la moneta unica più fragile. Come conseguenza di questi avvenimenti, la probabilità di nuove crisi aumenta così come il loro impatto potenziale. Diventa quindi indispensabile agire rapidamente per rafforzare l’euro, oggetto di una crescente sfiducia.
“I cittadini vogliono sapere se riusciranno a trovare un lavoro e se i loro figli troveranno un lavoro. Le istituzioni europee devono essere in grado di rispondere ‘Sì, le vostre possibilità di trovare un lavoro sono maggiori grazie all’Europa”, ha aggiunto il Ministro.
Sul piano economico, tra le iniziative da realizzare tempestivamente la priorità dovrebbe andare alle misure di condivisione del rischio, per affrontare con risorse comuni una crisi che si scatena in uno o più paesi anche per cause esterne. Misure di questo tipo sono il completamento dell’unione bancaria e la realizzazione di un fondo contro la disoccupazione. Ma un’evoluzione è possibile soltanto attraverso una maggiore integrazione politica.
“Una unione economica e monetaria a tutti gli effetti richiede una unione di bilancio e una politica di bilancio comune” – ha affermato il Ministro. La politica di bilancio comune dovrebbe essere affidata a un Ministro delle Finanze dell’euro che a sua volta dovrebbe rispondere a un parlamento eletto.
In conclusione “gli europei che vogliono fare progressi nell’integrazione europea devono ammettere chiaramente che l’unione monetaria esistente è un meccanismo incompleto, che deve essere rafforzato”.