È stato introdotto il fondo comuni marginali, indirizzato ai comuni più svantaggiati d’Italia. Vediamo di cosa si tratta nello specifico.
Il DPCM del 30 settembre 2021 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 dicembre 2021 indica le modalità di ripartizione, i termini, le modalità di accesso e la rendicontazione dei contributi a valere sul fondo comuni marginali, al fine di realizzare interventi di sostegno alle popolazioni residenti nei comuni svantaggiati, per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023.
A questo link potete consultare tutte le FAQ predisposte dal Dipartimento per le politiche di coesione per rispondere alle numerose domande degli enti appartenenti alle aree marginali del Paese.
- Che cos’è il fondo a sostegno delle aree marginali e per quale periodo è concesso?
- Chi sono i destinatari del contributo?
- Cosa fare del fondo per le aree marginali?
- Come sono state ripartite le risorse del fondo ai comuni marginali?
- Come viene erogato il contributo per le aree marginali?
- Entro quando devono essere erogate le risorse?
- Monitoraggio, revoca e pubblicità del contributo ai comuni delle aree marginali
- I consigli di Pabli per la gestione dei fondi aree marginali
Che cos’è il fondo a sostegno delle aree marginali e per quale periodo è concesso?
Si tratta di un contributo pensato per le aree svantaggiate del nostro Paese per un totale di 180 milioni euro assegnati a 1.187 comuni, di cui il 95,2% agli enti locali del sud Italia.
Il contributo è concesso per ciascuna delle seguenti annualità: 2021, 2022 e 2023.
Chi sono i destinatari del contributo?
I beneficiari del fondo a sostegno delle aree marginali sono i comuni riportati nell’allegato B del decreto, definiti svantaggiati, e che rispettano contestualmente le seguenti condizioni:
- Sono esposti a rischio spopolamento: il tasso di crescita della popolazione deve essere negativo sia nel lungo periodo (dal 1981 al 2019) sia nel breve periodo (dal 2001 al 2019). Il tasso viene individuato dai dati dell’Istat sulla popolazione residente a livello comunale negli anni 1981, 2001 e 2019;
- Soffrono di deprivazione sociale: l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) è elevato, superiore alla mediana della distribuzione dei comuni italiani.
- Devono avere un livello di redditi della popolazione residente basso, inferiore al primo quartile della distribuzione dei comuni italiani. Questo dato è rilevato sulla base del reddito IRPEF per contribuente al 2018 sulla base di dati dell’Agenzia delle entrate.
Cosa fare del fondo per le aree marginali?
I contributi sono concessi al fine di realizzare i seguenti interventi:
- adeguamento di immobili comunali da concedere in comodato d’uso gratuito per l’apertura di attività commerciali, artigianali o professionali;
- concessione di contributi per l’avvio di attività commerciali, artigianali e agricole;
- concessione di contributi a favore di chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei comuni delle aree interne, come concorso per le spese di acquisto e ristrutturazione dell’immobile (massimo 5.000 euro a beneficiario).
I comuni svantaggiati potranno inoltre concedere gratuitamente i propri immobili da adibire ad abitazione principale o per svolgere lavoro agile.
Come sono state ripartite le risorse del fondo ai comuni marginali?
I comuni beneficiari del fondo ricevono:
- una quota pari a 1/3 della copertura finanziaria complessiva uniformemente distribuita fra i comuni presenti nell’allegato B al presente decreto, al fine di allocare un importo uguale per tutti;
- una quota pari a 1/3 della copertura finanziaria complessiva proporzionalmente allocata in relazione alla riduzione della popolazione dal 1981 al 2019 dei comuni presenti nell’allegato B, al fine di perseguire una politica di incremento demografico dei territori che hanno subito maggiormente il fenomeno dello spopolamento;
- una quota pari a 1/6 della copertura finanziaria complessiva proporzionalmente allocata in relazione alla percentuale di popolazione residente nei comuni indicati all’allegato B al fine di garantire risorse adeguate in base alla dimensione demografica del comune;
- una quota pari a 1/6 della copertura finanziaria complessiva proporzionalmente allocata in relazione alla distanza del reddito a livello comunale dalla mediana del reddito di tutti i comuni italiani.
Come viene erogato il contributo per le aree marginali?
Le modalità di erogazione sono riportate all’articolo 5 del decreto e prevedono che sia il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri a disporre l’erogazione del contributo alla data di entrata in vigore del presente decreto, in ragione delle singole annualità di legge. Dunque, la prima annualità erogata sarà quella relativa al 2021.
L’erogazione delle annualità 2022 e 2023 dipende dall’accertamento dell’effettivo utilizzo delle risorse del 2021, inteso come avvenuta attribuzione del contributo ai soggetti beneficiari da parte del comune.
Entro quando devono essere erogate le risorse?
L’utilizzo delle risorse deve avvenire entro sei mesi dalla conclusione dell’annualità di erogazione del contributo da parte del Ministero dell’economia e delle finanze ai singoli comuni. Se i contributi del 2021 sono erogati nel 2022 le risorse vanno utilizzate entro il 30 giugno 2023 (esattamente come per i contributi ai comuni delle aree interne del DPCM 24 settembre 2020).
Monitoraggio, revoca e pubblicità del contributo ai comuni delle aree marginali
L’articolo 6 dispone che il monitoraggio dei contributi venga effettuato dall’Agenzia per la coesione territoriale attraverso il sistema della banca dati unitaria presso il MEF. Il sostegno erogato ad ogni attività economica è identificato dal CUP. L’Agenzia per la coesione territoriale si occupa di effettuare controlli a campione sull’utilizzo dei contributi erogati alle aree svantaggiate.
L’articolo 7 del decreto dispone la revoca del contributo, integrale o parziale, nel caso di mancato o parziale utilizzato verificato attraverso il monitoraggio, decorsi 12 mesi dall’assegnazione delle risorse. La revoca è disposta con decreto del Ministro per il Sud e la coesione territoriale. In caso di revoca, le risorse già erogate rientrano nella disponibilità del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
L’articolo 8 è dedicato alla pubblicità dei contributi assegnati, infatti i comuni beneficiari sono tenuti a rendere nota la fonte di finanziamento, l’importo assegnato e la finalizzazione del contributo assegnato nella sezione «Amministrazione trasparente» del proprio sito internet.
I consigli di Pabli per la gestione dei fondi aree marginali
La nostra società in questo ultimo anno si è occupata della stesura del bando, della registrazione e del monitoraggio dei contributi delle aree interne e del trasporto scolastico. Sulla base dell’esperienza maturata consigliamo a tutti i beneficiari del fondo di attendere ancora qualche tempo prima di procedere con la pubblicazione del bando, siamo certi arriveranno ulteriori indicazioni nelle prossime settimane.
Anche in questa occasione forniremo un servizio completo sulla gestione di questi preziosi fondi, quindi sarà possibile richiedere un preventivo per la gestione integrale o anche per uno solo dei diversi passaggi che ci impegneranno nei prossimi mesi.
Per ricevere informazioni o richiedere un preventivo, compila il form.
Fonte: Pabli srl