L’Osservatorio coesione Ifel-Anci attivo sul monitoraggio periodico della programmazione operativa nazionale e regionale dei fondi Ue, prosegue l’attività di ricognizione delle opportunità di investimento per gli enti locali collegate ai cosiddetti «Obiettivi tematici» della politica di coesione che, secondo i regolamenti adottati dalla Commissione europea, devono essere perseguiti dagli interventi previsti nei programmi di tutti gli Stati membri. Oggetto di questo focus è il tema la promozione dell’inclusione sociale e il contrasto alla povertà nella strategia Europa 2020, che guida gli interventi di sviluppo e coesione co-finanziati da fondi strutturali. Il focus si articola in due parti: l’analisi dei programmi europei dedicati al tema (parte 1) e la descrizione di come l’Italia declini gli obiettivi europei nelle politiche nazionali di welfare (parte II). La seconda parte sarà pubblicata con un secondo articolo.
La piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale
La Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva definisce una serie di obiettivi per il 2020, tra cui quello di far uscire dalla povertà e dall’esclusione sociale almeno 20 milioni di persone. Una persona su cinque all’interno dell’Ue è a rischio di povertà o esclusione sociale. Un livello così elevato di persone, che vivono ai margini della società, compromette la coesione sociale e limita le potenzialità degli europei. Le cosiddette sette iniziative faro della Strategia Europa 2020, e tra queste, la piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale, sostengono gli sforzi compiuti per raggiungere questi obiettivi. La piattaforma costituisce la base di un impegno comune da parte degli Stati membri, delle istituzioni dell’Ue e dei principali soggetti interessati a combattere la povertà e l’esclusione sociale e fornisce un quadro d’azione dinamico. L’obiettivo generale è di garantire che i benefici della crescita e i posti di lavoro siano equamente distribuiti nell’Ue e che le persone vittime di povertà ed esclusione sociale possano vivere in condizioni dignitose e partecipare attivamente alla società.
In particolare, la piattaforma prevede: a) misure trasversali in un’ampia gamma di settori, come il mercato del lavoro, il reddito minimo, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, gli alloggi e l’accesso a conti bancari di base; b) un migliore uso dei fondi europei per sostenere l’integrazione: i regolamenti sui fondi Sie 2014-2020 prevedono che il 20% delle risorse del Fondo sociale europeo venga destinato alla lotta contro la povertà e l’emarginazione; c) un’accurata verifica di quali innovazioni funzionino nel campo della politica sociale; d) la collaborazione con la società civile per sostenere in modo più efficace l’attuazione delle riforme sociali; e) un maggiore coordinamento tra i paesi dell’UE, grazie al ricorso al metodo aperto di coordinamento per la protezione sociale e l’integrazione.
Gli altri obiettivi sociali di Europa 2020
Accanto alla piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale e all’obiettivo di riduzione della povertà, gli obiettivi “sociali” della Strategia Europa 2020 sono integrati dall’obiettivo in materia di occupazione (raggiungere un tasso di occupazione di donne e uomini tra i 20 e i 64 anni di almeno il 75%) e dall’obiettivo in materia di istruzione (diminuire la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente la scuola dal 15% a meno del 10%) nonchè da Iniziative faro quali «Youth on the move» e «Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro»; legami importanti esistono anche con le altre iniziative faro, ovvero «Un’agenda digitale per l’Europa» e «L’Unione dell’Innovazione». Nella Comunicazione «Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione» del febbraio 2013, invece la Commissione europea fornisce indicazioni specifiche per orientare la spesa dei Fondi strutturali e di investimento (Fondi Sie) 2014-2020, ad esempio sull’innovazione sociale, la deistituzionalizzazione e la sanità. Questa comunicazione insieme alla raccomandazione «Investire nell’infanzia: rompere il circolo vizioso dello svantaggio sociale» e a una serie di documenti di lavoro dei servizi della Commissione, fa parte del cosiddetto «Pacchetto di investimenti sociali».
I programmi a gestione “diretta” Ue in tema di inclusione sociale
In questo quadro, a livello europeo, il Programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) è lo strumento finanziario gestito direttamente dalla Commissione europea per il settennio 2014-2020. La dotazione complessiva del Programma è di 919.469.000 euro; riunisce 3 programmi gestiti separatamente nel 2007-2013: Progress, Eures, Progress Microfinance. Dal gennaio 2014 questi tre programmi formano i tre assi del programma EaSI, per sostenere la definizione di adeguati sistemi di protezione sociale e valide politiche per il mercato del lavoro.
In particolare, i tre assi i si propongono di:
1. modernizzare le politiche sociali e del lavoro – Progress, per rafforzare l’adesione agli obiettivi dell’UE e il coordinamento degli interventi a livello europeo e nazionale nei settori dell’occupazione, degli affari sociali e dell’integrazione (61% della dotazione totale);
2. sostenere la mobilità professionale e l’accrescimento delle possibilità di impiego sviluppando un mercato del lavoro aperto – Eures (18% della dotazione totale);
3. favorire l’accesso a microfinanziamenti e all’imprenditoria sociale – Progress Microfinance (21% della dotazione totale).
Il Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti (Fead)
Le politiche di coesione 2014-2020, infine, condividono l’obiettivo di lotta alla povertà con la Strategia Europa 2020, oltre che supportandolo con i Fondi strutturali (Fesr e Fse), anche attraverso uno specifico fondo, il Fondo di Aiuti Europei Agli Indigenti (Fead), destinato a fornire aiuti materiali alle persone in povertà estrema. Aiuti alimentari per i più poveri, fornitura di materiale scolastico per famiglie in grave difficoltà economica, lotta alla deprivazione alimentare ed educativa di bambini e ragazzi che vivono in zone deprivate, sostegno materiale alle persone senza dimora e ad altre persone fragili, è infatti ciò che prevede il Programma Operativo adottato dalla Commissione europea e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali l’ 11 dicembre 2014.
Il Po è un importante strumento di lotta alla povertà, grazie al quale l’Italia potrà spendere i 670 milioni di euro di risorse comunitarie provenienti dal Fead – alle quali vanno aggiunti 118 milioni di euro di co-finanziamento nazionale. Quella destinata all’Italia è la ripartizione del Fondo più alta tra i 28 paesi dell’Ue. I diversi interventi prevedono anche attività di accompagnamento sociale (ad es. orientamento ai servizi, prima accoglienza e assistenza, eccetera) che possano sostenere e orientare la persona o la famiglia in stato di bisogno nella rete integrata dei servizi locali. Sono attuati attraverso una rete di organizzazioni e partners costituite da amministrazioni pubbliche e associazioni non profit. Il Programma si collega al Pon Scuola riguardo all’attivazione delle mense scolastiche e ai Pon Inclusione e Città Metropolitane per gli interventi a favore delle persone senza dimora.