tagliL’obiettivo a medio termine è quello di abbassare l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società di almeno due punti: dall’attuale 27,5% si passerebbe al 25-25,5%. Per le pensioni si studia la possibilità di un ‘prestito pensionistico’ da parte delle imprese ai lavoratori per agevolare la flessibilità in uscita.

 

A una settimana dal via libera del governo alla legge di stabilità, previsto per il prossimo giovedì, il taglio delle tasse continua a rappresentare l’architrave intorno al quale ruota la manovra. Oltre all’abolizione della tassa sulla casa, Palazzo Chigi e il Tesoro lavorano infatti, così come annunciato dal premier Matteo Renzi, a un intervento in favore delle imprese e in particolare alla revisione dell’Ires.

 

Diverse le ipotesi sul tavolo al quale lavorano i tecnici dei Ministeri e della presidenza del Consiglio: l’obiettivo a medio termine ‚ quello di abbassare l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società di almeno due punti. Dall’attuale 27,5% si passerebbe al 25/25,5%. Il che equivale a dover trovare risorse intorno ai tre miliardi di euro. Non si esclude però di voler anticipare una parte dell’operazione: tra le opzioni, secondo quanto viene riferito da fonti di maggioranza, vi sarebbero infatti sia la possibilità di anticipare la sforbiciata al prossimo anno sia di posticipare l’acconto di novembre 2015.

 

Due strade però molto complesse da mettere in pratica a causa dell’impatto sui conti. Sempre sul fronte delle imprese, sarebbe poi confermata la volontà di mantenere il meccanismo degli ammortamenti così come quella di mantenere, seppure rimodulandoli, il credito di imposta per ricerca e innovazione, le misure della cosiddetta Guidi-Padoan per gli acquisti di beni strumentali e la Sabatini. Altra misura confermata sarebbe quella dell’introduzione del canone Rai in bolletta, a dispetto dei dubbi di tanti.

 

Anche perché – sarebbe il ragionamento – altri modi per combattere l’evasione in modo efficace non sono stati trovati. Cambiando fronte e passando al mondo del lavoro e del welfare, oltre alle misure antipovertà sarebbe confermato anche il prolungamento degli sgravi per i neoassunti (seppure con un meccanismo di decalage) e interventi sulle pensioni. Il governo, ha fatto infatti confermato il ministro del Welfare Giuliano Poletti, è al lavoro sulla possibilità di un ‘prestito pensionistico’ da parte delle imprese ai lavoratori per agevolare la flessibilità in uscita mentre per quanto riguarda l’età pensionabile secondo il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia il “pubblico e il privato debbono viaggiare insieme”.

 

Il rebus come ogni anno sono però le coperture ed è molto probabile che l’Esecutivo sarà al lavoro fino all’ultimo. Un capitolo che, secondo fonti di maggioranza, non dovrebbe essere affrontato in una riunione collegiale prima del Consiglio dei ministri ma che è al centro, in questi giorni, di una serie d i riunioni del premier con i vari responsabili dei dicasteri.

 

Oltre ai margini di flessibilità sui conti, si punta infatti a fare un po’ di cassa attraverso la spending review il cui valore viaggia tra i 6 e gli otto miliardi. Difficile che tocchi troppo gli enti locali già protagonisti lo scorso anno di un giro di vite: a tirare la cinghia dovrebbero invece essere chiamati proprio i Ministeri anche attraverso il riordino degli enti che fanno loro capo.