flat-tax-professionisti-a-chi-convieneSi fa un gran parlare da oramai mesi sulla Flat Tax per i professionisti: ma a chi conviene davvero apportare modifiche al proprio regime fiscale?


La flat tax (in italiano: tassa forfettaria, letteralmente tassa piatta, cioè in percentuale uguale per tutti) è un sistema fiscale proporzionale e non progressivo. Tranne quando sia accompagnato da deduzione fiscale o detrazione, nel qual caso, anche se l’aliquota legale è costante, l’aliquota media è crescente. Solitamente tale sistema si riferisce alle imposte sul reddito familiare, e talvolta sui profitti delle imprese, tassate con un’aliquota fissa

 

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Flat Tax per i Professionisti: a chi conviene?

 

Sotto il nome di flat tax, Lega e Movimento 5 Stelle hanno annunciato una proposta di legge che altro non è che l’incremento fino a 100 mila euro della soglia massima dei ricavi o compensi per l’accesso al regime forfettario previsto per i soggetti che esercitano attività di impresa o arti e professioni.

 

Quali sono i possibili effetti del progetto sui professionisti, che costituiscono circa un terzo dei soggetti che beneficiano dell’attuale regime?

 

Una riforma fiscale limitata a questo intervento rischia di generare un duplice effetto:

 

  • uno sbilanciamento del sistema fiscale, con i lavoratori autonomi tassati in maniera proporzionale e i dipendenti con aliquote progressive;
  • e di conseguenza una alterazione significativa della composizione dell’occupazione in Italia, con un travaso di lavoratori dipendenti nelle (false) partite Iva.

 

Partendo dal volume d’affari dichiarato agli enti previdenziali si può stimare l’impatto dell’innalzamento delle soglie d’accesso al regime forfettario. Di fatto, già oggi un professionista su due sta sotto i 30mila euro di ricavi l’anno (il prerequisito per scegliere il forfait attuale).

 

Se poi l’ipotesi cui lavora la Lega sarà confermata, solo un contribuente su dieci tra quelli nel campione resterà escluso a priori: circa 92mila professionisti (con ricavi entro i 65mila euro) potranno valutare l’aliquota al 15%, mentre altri 37mila quella al 20% sul fatturato incrementale fino a 100mila euro.

 

La soglia extra large coinvolgerebbe maggioramente le categorie a reddito medio più alto: vi rientrebbe oltre un terzo dei commercialisti e dei consulenti del lavoro, ma solo un quinto degli avvocati perché sei legali su dieci stanno già sotto i 30mila euro di ricavi. Trend analogo per i geometri e i biologi, per la maggior parte già oggi sotto il limite.

 

Quali sono invece i rischi?

 

Se dovesse applicarsi su tutta la base imponibile una volta superata la soglia dei 65mila causerebbe un danno incredibile ai contribuenti che dovrebbero versare di tasca propria l’Iva non incassata dal cliente, in poche parole il vantaggio del regime agevolato produrrebbe l’effetto opposto con addirittura un incremento considerevole della pressione fiscale sul reddito prodotto dei forfettari.

 

Se invece dovesse applicarsi sulla parte di reddito incrementale i 65mila, oltre ad essere un abominio fiscale mai sentito prima e probabilmente unico nel suo genere, creerebbe problemi pratici per la fatturazione delle cifre a cavallo della soglia.