Alla settantaduesima assemblea di Confcommercio Piacenza sono intervenuti il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli che ha sottolineato la necessità di “un sistema fiscale equo e sostenibile”.
Si è tenuta a Piacenza la settantaduesima edizione dell’Assemblea dell’associazione piacentina alla presenza del ministro del lavoro e delle Poliiche sociali, di Paola De Micheli (sottosegretario all’Economia) e del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. All’indomani dell’elezione di Patrizia Barbieri al ruolo di primo cittadino di Piacenza, il presidente di Confcommercio Piacenza , Raffaele Chiappa, nell’augurarle buon lavoro, rilancia opportunamente tutti quei punti-chiave che furono già portati all’attenzione dei candidati: diminuire la tassazione locale, predisposizione di nuovi parcheggi, una moratoria commerciale per il prossimo quinquennio e predisposizione un piano commerciale coordinato, sistemare e regolarizzare il mercato di Piazza Duomo e individuare un’area mercatale per la vendita dell’usato e avviare un riutilizzo intelligente delle ex aree militari del comparto Nord, tema, quest’ultimo, seguito da Giovanni Struzzola nel volgere di ben 11 anni. Ma è soprattutto, e ancora una volta, sulla fiscalità che ci si concentra.
Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, che fa notare come la Tari in cinque anni sia cresciuta del 48 per cento: “Così non va. E’ necessario un sistema fiscale semplice ed equo e che sia comprensibile”. Il nodo del fisco con l’oppressione che esercita sui negozianti toma spesso nel corso dell’intervento, è ritenuto uno dei fattori negativi più potenti contro l’accelerazione della ripresina, ancora assai pallida. “Il vero problema – arriva al punto Sangalli – è la debolezza della domanda intema di consumi, che pesa per l’80 per cento del Pil».
E allora “alt” all’eccesso di burocrazia, al carico fiscale, alla mancanza di legalità, alla carenza di infrastrutture: “Si vada avanti con forza sulle riforme, sul commercio non chiediamo politiche da riserva indiana ma di costruire una piattaforma di regole entro le quali poter crescere”. Doppio fronte Ma qui si entra nel complesso sistema degli equi Iibri di uno Stato che si è trovato a fronteggiare una doppia crisi nel volgere di una decina d’anni: “Quella della bolla fiscale – spiega il ministro Poletti – e quella del debito sovrano, che altri Paesi non avevano. Per Poletti è necessario coniugare almassimo le politiche del lavoro con quelle sociali: “il Paese cresce di più se davvero tutti i cittadini partecipano nel creare ricchezza”.
Per l’esponente governativo va allargata la platea degli occupati, anche per reggere le pensioni e il welfare insieme. E poi, avanti tutta con le riforme, con la cultura 4.0 che deve appartenere alle imprese quanto alla pubblica amministrazione, alla spinta sull’occupazione giovanile senza dimenticare, nell’era di Internet e degli «scienziati dei dati», che milioni di lavoratori sono «fabbri, camionistie svolgono lavori per cui è necessario un occhio speciale. Poletti ha infine ribadito l’intenzione del governo di non aumentare l’Iva: “Non abbiamo intenzione di mettere mano all’Iva, ma lavoreremo sul bilancio pubblico, sugli investimenti e anche per ridurre il cuneo fiscale».