finanza pubblicaNel Def che il governo presenterà entro lunedì 21 possibile l’indicazione di un prodotto interno lordo in crescita dello 0,9% nel 2015 e dell’1,6% nel 2016. Punti fermi della manovra l’azzeramento delle clausole di salvaguardia e il taglio delle tasse sulla casa.

 

Attesa una boccata d’ossigeno per la crescita, nel Def che il governo presenterà entro lunedì 21. La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che rivede le previsioni macroeconomiche, di finanza pubblica e gli obiettivi programmatici dell’esecutivo dovrebbe mettere nero su bianco un miglioramento delle previsioni sul Pil 2015 e 2016. Con il relativo impatto sul deficit, concedendo al governo più margine di manovra sulla Legge di stabilità, attesa in cdm entro il 15 ottobre.

 

La crescita potrebbe essere rivista al rialzo di 0,2 punti, portando a 0,9% la stima di aprile (0,7%). Atteso anche un effetto trascinamento sul 2016 dall’1,4% stimato in primavera all’ 1,5-1,6%. E se il miglioramento delle stime di crescita verrà confermato dal Mef entro i prossimi 10 giorni circa c’è da attendersi anche un calo delle stime del deficit. Una boccata d’ossigeno per le casse dello Stato in vista di una Legge di Stabilità da circa 25 miliardi.

 

Una crescita migliore delle attese, gli introiti della lotta all’evasione, un calo del pagamento della spesa sugli interessi e maggiore flessibilità sui conti dalla Ue faciliterebbero l’operazione di equilibrio del governo tra misure espansive e consolidamento dei conti. Punti fermi della manovra, l’azzeramento delle clausole di salvaguardia e l abolizione della Tasi sulla prima casa e dell’Imu agricola e sugli imbullonati. Per evitare che scattino i rialzi automatici Iva e accise servono 16 miliardi di euro: 10 arriveranno dalla spending review e 6 dalla flessibilità Ue per le riforme (circa 6 miliardi in deficit già contabilizzati nel Def, nel rispetto dei vincoli europei).

 

Per i 4 miliardidi coperture per la cancellazione della Tasi invece il governo punta sui maggiori margini sul deficit sulla scia della migliorata crescita e sulla trattativa per una maggiore flessibilità da Bruxelles (clausola investimenti). Nella legge di Stabilità è atteso anche il taglio dell’Ires al Sud e la proroga delle decontribuzioni per i neo assunti, ma mancano ancora le soluzioni tecniche per le coperture.

 

Il governo dovrà poi ottemperare alle sentenze della Consulta su indicizzazione pensioni (costo 500 milioni), Robin Tax (700 milioni) e rinnovo contratti PA (almeno 1 miliardo) e 700 milioni serviranno inoltre per compensare le mancate entrate del regime di reverse charge bocciato da Bruxelles. Grande assente il capitolo sulla flessibilità delle pensioni.