Il caso del salvavita Vercite suscita grande allarme. Si tratta, infatti, di un farmaco necessario per curare malattie tumorali ematologiche ora non più disponibile in molte città italiane. Farmaco da tempo ritenuto efficace e ben tollerato in alcune patologie specifiche come la trombocitemia essenziale.
Dietro questa mancata disponibilità vi sono complesse e macchinose procedure, che permettono di cedere e trasferire la produzione di un farmaco antitumorale, e come tale salvavita. In 4 mesi è stata sospesa la commercializzazione dopo aver acquisito la titolarità della produzione dalla azienda farmaceutica che lo aveva scoperto e prodotto da circa 50 anni.
Federconsumatori, a seguito della segnalazione di un paziente in difficoltà perché le farmacie del territorio hanno esaurito le scorte, ha ricostruito il percorso e i tempi del trasferimento della produzione a una piccola azienda e della successiva cessazione della produzione da parte di una terza azienda. Procedura che appare di copertura del “produttore precedente” e che probabilmente risponde a ipotesi di realizzare un nuovo prodotto o di aumentare il prezzo del vecchio (in Italia 2/3 Euro circa e in Francia 53 Euro a confezione).
Se così fosse, si tratterebbe di un inaccettabile tentativo di speculazione a danno della salute dei pazienti, che va contrastato e superato con urgenza, così come sta facendo Hilary Clinton che si è scagliata contro la speculazione sui farmaci negli USA.
Abbiamo chiesto ad AIFA di intervenire per garantire la continuità terapeutica a pazienti oncologici per i quali spesso mancano alternative ben tollerate.