Anche la Sicilia si avvia, sia pure con colpevole ritardo, a passare dal vecchio sistema di finanza derivata, con trasferimenti basati sul costo storico, al nuovo sistema di ripartizione delle risorse nei confronti degli enti territoriali determinato in base all’individuazione dei fabbisogni standard necessari a garantire il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e le funzioni fondamentali degli enti locali.
L’Assessorato regionale delle Autonomie Locali, con la circolare n. 4 dell’8 marzo 2018, ha dettato le disposizioni agli Enti locali siciliani per la restituzione dei questionari finalizzati a determinare i costi ed i fabbisogni standard.
L’art. 11 della legge delega in materia di federalismo fiscale (Legge 5 maggio 2009, n. 42) stabilisce che, con riguardo al finanziamento delle funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane, è adottato un nuovo sistema di classificazione delle spese ripartite tra quelle riconducibili alle funzioni fondamentali ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, quelle riguardanti le altre funzioni e quelle finanziate con i contributi speciali, con i finanziamenti dell’Unione europea e con i cofinanziamenti nazionali.
Il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni avviene in modo integrale in base al fabbisogno standard ed è assicurato dai tributi propri, da compartecipazioni al gettito di tributi erariali e regionali, da addizionali a tali tributi, la cui manovrabilità è stabilita tenendo conto della dimensione demografica dei Comuni per fasce, e dal fondo perequativo.
La legge delega in materia di federalismo fiscale ed il Decreto Legislativo 26 novembre 2010, n. 216, offrono un’importante opportunità di ammodernamento delle relazioni finanziarie intergovernative e di “efficientamento” delle spese degli enti locali, superando il parametro della spesa storica in favore dei costi standard.
Non rileva più la spesa dell’anno precedente ma i fabbisogni conformi ad un modello medio, rispondente a norme prestabilite.
La Regione Siciliana, con l’art. 8 della L.r. n. 9/2015, aveva già prospettato, con il concorso delle autonomie locali, il passaggio ad un sistema basato sui fabbisogni standard di Comuni, Liberi Consorzi comunali e Città metropolitane relativamente alle funzioni fondamentali degli stessi enti, per garantire i livelli essenziali delle prestazioni eventualmente alle stesse connesse.
Fabbisogni Standard e Regione Sicilia
Entro la fine del 2015, la Regione avrebbe dovuto definire le disposizioni in materia di costi e fabbisogni standard degli enti locali, con riferimento alle funzioni fondamentali.
Con l’art. 7 della L.r. n. 15/2017 ha, invece, optato per il recepimento della legge nazionale, sancendo che “Per le finalità di cui al comma 1, in attuazione dell’articolo 1, comma 513, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, si applicano le disposizioni di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216”.
La disciplina contenuta nel D. Lgs. n. 216/2010 ha affidato la predisposizione delle metodologie utili all’individuazione e determinazione dei “fabbisogni e dei costi standard” alla SOSE – Soluzioni per il Sistema Economico – (società per azioni costituita, in forza dell’art.10, comma 2 della L. 146/1998, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (88%) e dalla Banca d’Italia (12%)- che si avvale della collaborazione scientifica dell’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, Ifel – Fondazione Anci .
Al fine di avviare l’attuazione della disposizione in questione, il Dipartimento delle Autonomie locali, dopo una fase preliminare di studio e analisi della normativa, ha acquisito il questionario unico elaborato da Ifel e da SOSE, approvato anche dall’Ufficio legislativo e legale della Regione.
Dal 15 marzo p.v. inizierà la somministrazione ai Comuni siciliani del questionario, attraverso la piattaforma SOSE. Il formulario, fornito dall’Ifel ed utilizzato a livello nazionale dalle Regioni a statuto ordinario, è composto da due moduli – uno per la raccolta dei dati strutturali e l’altro per la raccolta dei dati contabili ed in materia di personale – oltre che dalle istruzioni per la compilazione.
I Comuni siciliani avranno 120 giorni per la restituzione (quindi entro il 13 luglio p.v.) e disporranno di strumenti di assistenza per la soluzione di dubbi e difficoltà di compilazione.
La mancata restituzione del questionario, debitamente compilato, è sanzionata con il blocco dei trasferimenti a qualunque titolo erogati agli enti locali siciliani, fino alla trasmissione dei formulari.
Per favorire la corretta compilazione dei questionari e spiegare l’applicazione in Sicilia del sistema dei costi standard, l’Anci Sicilia curerà l’organizzazione di due convegni, il primo a Palermo il 14 marzo (Sala delle Carrozze – Villa Niscemi, Piazza dei Quartieri, n. 2) ed il secondo a Catania (Palazzo ex ESA, Via Beato Bernardo, 5) il giorno successivo.