economia-criminale“Evasione fiscale e i crimini economici. Evidenza empirica per l’Italia” è il focus del terzo numero del 2015 di “Argomenti di discussione”, la pubblicazione dell’Agenzia delle Entrate che ospita, questa volta soltanto in lingua inglese, contributi e analisi su argomenti di economia, statistica, econometria e scienza delle finanze, per favorire il dibattito scientifico su tematiche strategiche per la mission dell’Agenzia.

 

L’ultima monografia dell’anno focalizza l’attenzione sulla relazione tra l’evasione fiscale e un certo tipo di attività criminali in Italia. In particolare, prende in esame tre illeciti: le frodi, l’usura e i reati contro la proprietà, come i furti, le rapine e i furti d’auto.
 

Il lavoro, grazie alla metodologia utilizzata, ha il pregio di analizzare l’impatto esercitato simultaneamente da tutte le variabili considerate e di verificarne la persistenza nel tempo. I dati sono stati elaborati a livello provinciale e si riferiscono agli anni che vanno dal 2006 al 2010.
 

Dallo studio emerge, con evidenza, che l’evasione fiscale, per i soggetti economici con problemi di liquidità, rappresenta una fonte alternativa di finanziamento rispetto alle frodi o al finanziamento illecito (usura), mentre, con riferimento ai crimini contro la proprietà, questi risultano maggiori nelle province dove l’evasione fiscale è più alta.
 

L’elevato livello di pressione fiscale, secondo gli autori, rappresenta un potenziale “complice” di questo quadro dell’illecito, incrementando il grado di sostituzione tra evasione e frodi e usura, soprattutto per le numerose piccole e piccolissime imprese; inoltre, l’atteggiamento criminale, una volta radicato, tende a rimanere tale nel corso degli anni.
 

Gli autori dell’approfondimento sono di estrazione accademica: Amedeo Argentiero del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, Bruno Chiarini ed Elisabetta Marzano del dipartimento di Studi economici e giuridici dell’Università di Napoli.