La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18555/2024, si è recentemente pronunciata sull’eventuale esenzione dall’IMU per le abitazioni principali nei casi di scissione del nucleo familiare.


Questa decisione risponde al ricorso di un comune contro una sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Campania che aveva rigettato l’appello comunale contro la precedente decisione favorevole ad un contribuente.

Il caso

Il contenzioso ha avuto origine quando il cittadino ha contestato un avviso di accertamento IMU relativo a un suo immobile. La Commissione Tributaria Provinciale di Salerno aveva accolto il suo ricorso, sostenendo che l’articolo 13 del D.Lgs. 201/2011 prevede l’esclusione del beneficio fiscale solo per immobili situati nello stesso Comune.

La situazione del ricorrente, con un nucleo familiare diviso tra Comuni diversi, era quindi considerata legittima secondo la circolare MEF n. 3/DF/2012.

A questo punto l’Ente ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo quattro motivi principali:

  • erronea applicazione della detrazione IMU senza prova che entrambi i coniugi risiedessero nell’immobile;
  • estensione impropria della detrazione IMU a situazioni non previste dalla norma;
  • violazione della riserva di legge e gerarchia delle fonti estendendo la nozione di “abitazione principale”;
  • e mancanza di prova della residenza del coniuge nel già citato immobile.

Esenzione IMU in caso di scissione familiare: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, nel pronunciarsi sull’esenzione IMU per abitazioni principali in caso di scissione del nucleo familiare, ha fatto riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale n. 209 del 13 ottobre 2022.

La sentenza della Consulta 209/2022

Prima della sentenza n. 209/2022, l’articolo 13 del D.Lgs. 201/2011 prevedeva restrizioni all’esenzione IMU per le abitazioni principali, vincolandola al fatto che tutti i membri del nucleo familiare dovessero risiedere e dimorare nello stesso immobile. Questa impostazione normativa, secondo la Corte Costituzionale, creava una discriminazione nei confronti delle famiglie che, per vari motivi, vivevano separate pur mantenendo un’unità familiare.

L’illegittimità costituzionale di tali restrizioni è emersa per i seguenti motivi:

  • evoluzione sociale e lavorativa: la Corte ha riconosciuto che la crescente mobilità nel mercato del lavoro, lo sviluppo dei sistemi di trasporto e le trasformazioni sociali rendono sempre più comune la situazione in cui i membri di una famiglia risiedono in Comuni diversi. Tale realtà non dovrebbe precludere loro il diritto all’esenzione IMU per l’abitazione principale.
  • non discriminazione: la sentenza ha enfatizzato che le misure fiscali non possono discriminare tra diverse forme di convivenza e unione familiare. Impedire l’esenzione IMU per famiglie “scisse” costituirebbe una disparità di trattamento rispetto ai conviventi di fatto, che non affrontano simili restrizioni.
  • unità familiare: la Corte ha affermato che, indipendentemente dal luogo di residenza dei singoli membri, ciò che conta è il mantenimento dell’unità familiare. Il riconoscimento dell’esenzione IMU non deve essere influenzato dalla distribuzione geografica delle residenze, bensì dalla continuazione della comunione materiale e spirituale tra i membri della famiglia.

Il giudizio dei giudici della Suprema Corte

Richiamando questa sentenza della Corte Costituzionale i giudici cassazionisti hanno rigettato in blocco tutti i motivi presentati dall’amministrazione comunale.

La Corte ha pertanto sottolineato l’importanza di evitare discriminazioni rispetto ai conviventi di fatto, ai quali l’esenzione viene riconosciuta in presenza delle stesse condizioni. E, di conseguenza, haconfermato che l’esenzione IMU per l’abitazione principale si applica anche ai nuclei familiari con residenze in Comuni diversi. Un’agevolazione che deve in conclusione essere garantita per ciascun coniuge o persona legata da unione civile che risieda e dimori abitualmente in un determinato immobile, senza che la residenza di altri membri della famiglia in Comuni diversi possa pregiudicare tale diritto.

Il testo della sentenza

Qui il documento completo.