Ci fu un tempo in cui chi svolgeva la funzione di Ragioniere in un Comune, ora Responsabile del Servizio Finanziario, aveva la positiva sensazione di esercitare un “bel mestiere”. Certamente impegnativo, certamente faticoso, carico di responsabilità, ma, pur nella proverbiale aridità dei numeri, il coordinamento finanziario della macchina comunale consentiva di contribuire alla programmazione, alla gestione ed alla rendicontazione, in tempi che consentivano la necessaria riflessione e la opportuna creatività.
Quel tempo, e quei tempi, non esistono più! Ai servizi finanziari dei Comuni si chiede ora soprattutto di correre, di fornire, ad una infinità di soggetti, una miriade di dati, più o meno sempre gli stessi, ma elaborati in modo diverso a seconda del destinatario, in una sorta di orgia informativa che tiene conto solo delle esigenze di chi pretende gli adempimenti, senza tenere in benché minima considerazione le esigenze di chi i dati li deve recuperare, elaborare, testare, ed infine fornire. Con una rincorsa alla sovrapposizione che rende tutto frenetico, tutto confusionario, alla fine tutto scarsamente attendibile. Specie quando i soggetti fornitori sono Comuni piccoli, quasi 6.000 in Italia, in cui il Ragioniere si occupa anche di tributi, di personale, di provveditorato, quando non di servizi demografici e amministrativi.
Ne è, purtroppo, fedele testimone questo inizio di 2015, in cui i Comuni, e con loro soprattutto i Servizi Finanziari, stanno faticosamente cercando di predisporre progetti di bilancio 2015-2017, nel contesto della nuova “armonizzazione” che assorbe infinite energie per tener conto della nuova competenza “potenziata”, dei nuovi principi contabili generali e applicati che impongono una reiterata formazione, della nuova struttura di bilancio, ancorché solo a fini conoscitivi per il 2015, che apre scenari completamente nuovi, anche solo per l’aggiornamento dei programmi informatici applicativi. Tutto questo a fronte di risorse di entrata sempre più ridotte e soprattutto affidate a “tagli” del Fondo di Solidarietà Comunale ormai noti nell’importo complessivo, ma ancora da definire per ogni singolo Ente.
Contemporaneamente, in questo inizio di 2015, si sta lavorando alacremente alla chiusura dell’esercizio 2014, che si porta appresso l’onerosissimo riaccertamento straordinario dei residui imposto dal D.Lgs. n. 126/2014, da concludere entro fine marzo, al fine di consentire ai Consiglieri Comunali di disporre del tempo necessario per giungere all’approvazione entro il 30 aprile 2015.
Come se non bastasse, si continua a litigare con la scarsa percorribilità informatica dell’aggiornamento della Piattaforma per la Certificazione dei Crediti, si deve affrontare la problematica piuttosto complessa della fatturazione elettronica, occorre rivoluzionare tutti gli assetti organizzativi, oltre che finanziari e gestionali, a fronte del nuovissimo “split payment”, con la scissione dell’IVA su quasi tutte le fatture passive, e del rinnovato “reverse charge”, con l’inversione dell’obbligo di contabilizzazione della stessa IVA, frutto delle ultime novità contenute nella legge di stabilità 2015, approvata a fine 2014.
Ma il carico di lavoro si incrementa ulteriormente con le richieste, proprio di queste settimane, delle Sezioni Regionali di Controllo della Corte dei Conti che impongono adempimenti, spesso anche particolarmente onerosi, a stretto giro di posta, in risposta alle loro Note Istruttorie sui questionari trasmessi dagli Organi di Revisione in merito al Rendiconto della Gestione 2013.
E, come sovraffaticamento finale, l’imposizione di ricompilazione del questionario, per tutte le funzioni, per la definizione dei fabbisogni standard.
Un vero e proprio delirio, come si legge sempre più di frequente nelle mail dei colleghi ragionieri.
Diventa, a questo punto, ineludibile la necessità che si instauri un sistema di centralizzazione e di coordinamento delle richieste dei vari soggetti, siano essi legislativi, governativi, o di controllo.
Nel pieno e totale rispetto delle esigenze di acquisizione di dati e di informazioni da parte dello Stato centrale e dei vari organi di controllo, occorrerà pure che qualcuno si occupi di selezionare le richieste, di armonizzarle, di distribuirle in tempi percorribili, soprattutto di semplificarle, di renderle tecnicamente e tecnologicamente di agevole concentrazione e trasmissione. Occorre poter operare, nei Comuni piccoli, ma non solo, con la necessaria serenità e senza l’ossessione di inopportuni affanni. Ne va, non solo della dignità dei Ragionieri e degli operatori locali, ma anche della attendibilità delle informazioni fornite.
La professionalità e la disponibilità totale dei Responsabili dei Servizi Finanziari a collaborare per la realizzazione di un percorso così concepito, è sicuro requisito per soluzioni semplici ed efficaci ed è formale auspicio per una normazione attenta sia ai bisogni degli organi centrali e di controllo, e sia alle esigenze degli operatori locali.
FONTE: ARDEL
AUTORE: Domenico Meli