Entro il 31 dicembre, bisognerà approvare la Manovra 2023, ma ci sono ancora alcuni emendamenti su cui discutere: ecco a che punto sono.
Emendamenti Manovra 2023: i tempi stringono per l’approvazione della Manovra 2023. La Legge di Bilancio 2023, che determinerà il bilancio dello Stato per il prossimo anno, sta seguendo l’iter per la sua approvazione, ma mancano solo una manciata di settimane per il termine.
Eppure, i nodi da sciogliere sono ancora tanti: due giorni fa sono stati presentati i testi segnalati, ovvero 450 emendamenti (200 per la maggioranza e 250 per l’opposizione) ritenuti prioritari dalle due parti.
Ecco la situazione nel dettaglio.
Emendamenti Manovra 2023: una panoramica della situazione
La Legge di Bilancio 2023, la prima per il Governo Meloni, andrà approvata entro il 31 dicembre 2022, per evitare l’esercizio provvisorio.
L’approvazione soffre anche delle tempistiche ristrette in cui è stata fatta: le elezioni del 25 settembre hanno portato alla formazione del Governo solo il 22 ottobre. In più, vanno aggiunti i numerosi impegni che hanno interessato il governo, rendendo il calendario molto serrato.
La Manovra è stata approvata in tempi brevi dal Consiglio dei Ministri e ora è arrivata in Parlamento, dove bisognerà aspettare l’ok della Camera e del Senato.
Nonostante le tempistiche ristrette, i gruppi parlamentari hanno presentato 3000 emendamenti, che sono scesi a 2000, dopo il vaglio delle ammissibilità.
La Commissione di Bilancio ha dichiarato inammissibili circa 1000 emendamenti e ora dovrà esaminare i ricorsi presentati.
Tra i testi segnalati, troviamo 450 emendamenti, presentati dalla maggioranza e dall’opposizione, che sono stati considerati prioritari dalle forze politiche.
Ci troviamo, quindi, in una settimana di fuoco per la Manovra 2023: le proposte di modifica, che riguardano fondi per circa 400 milioni di euro, saranno votate in Commissione da giovedì 15 a domenica 18 dicembre.
Mentre, dal 20 dicembre, il testo sarà in Aula a Montecitorio.
Emendamenti Manovra 2023: quali sono quelli “segnalati” per l’esame prioritario
In discussione ci sono ancora diversi emendamenti, che sono stati segnalati per l’esame prioritario in commissione Bilancio.
Un esempio è l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro, una misura voluta fortemente da Forza Italia. Nell’emendamento firmato da Alessandro Cattaneo, s’istituisce un fondo da 500 milioni per l’indicizzazione delle pensioni minime e l’innalzamento da 6mila a 8mila euro della decontribuzione per l’assunzione di giovani under 36.
Un’altra norma su cui discute è il tetto del contante: una questione al centro di diversi dibattiti, nelle ultime settimane. L’ipotesi è quella di alzare il tetto del contante da mille a cinquemila euro e l’obbligo di Pos, per gli esercenti, alzato a 60 euro. Il Governo, però, ha lasciato intendere che non è intenzionato a tornare indietro, ma intanto l’Unione Europea ha fissato a 10mila il tetto sul contante.
Al centro delle discussioni c’è anche il Bonus 18App, il contributo per la cultura indirizzato ai neo maggiorenni: dopo diverse polemiche, il Governo ha fatto marcia indietro e non eliminerà la misura, ma è intenzionato a riformularla, anche secondo i parametri Isee.
Ovviamente non potranno mancare le discussioni sul Superbonus. Come dichiarato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani:
“Ci sono tante proposte al vaglio, ma occorre avere il parere di conformità del ministero dell’Economia. C’è la possibilità di rinviare la presentazione della Cilas”.
L’ipotesi è quella di riaprire i termini al 31 dicembre o a 15 giorni dopo la pubblicazione della Legge di Bilancio.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it