L’ANCI ha inviato in Senato le proprie proposte di miglioramento al cosiddetto Decreto Omnibus tramite un lungo elenco di emendamenti: scopriamo nello specifico quali sono i correttivi indicati nel documento.
Il decreto legge 113/2024, noto come “Decreto Omnibus”, è attualmente in fase di esame presso le commissioni Bilancio e Finanze del Senato.
Questo provvedimento, che affronta questioni urgenti di carattere fiscale e proroghe di termini normativi, ha suscitato l’attenzione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), che ha presentato una serie di emendamenti significativi.
Gli emendamenti al Decreto Omnibus in Senato elaborati dall’ANCI
Gli emendamenti presentati dall’ANCI mirano a rispondere alle sfide concrete che molti enti locali devono affrontare, cercando di garantire maggiore flessibilità e sostenibilità nella gestione delle risorse e degli investimenti.
Ora, sarà compito del Senato valutare e discutere queste proposte, con l’obiettivo di trovare soluzioni equilibrate e utili per il buon funzionamento della finanza locale.
Ecco un’analisi delle principali modifiche proposte.
Proroga dei Termini per le “Opere Medie”
L’ANCI propone di estendere i termini per il completamento delle cosiddette “opere medie”, finanziate tramite contributi assegnati tra il 2020 e il 2023. La modifica suggerita prevede che il superamento del termine previsto dalla legge non comporti la revoca del contributo, a condizione che il ritardo non superi i sei mesi. Questa proroga risponde a difficoltà comuni tra i piccoli enti locali, che spesso si trovano a fronteggiare complicazioni legate alla dimensione delle strutture e ai ritardi nella raccolta di pareri necessari. La modifica mira a evitare gravi ripercussioni sui contratti in corso e sugli equilibri finanziari degli enti locali, specialmente quelli di minori dimensioni.
Estensione del termine per l’inserimento dei CUP nel Sistema REGIS
Un altro emendamento propone di posticipare al 31 ottobre 2024 il termine per l’inserimento dei Codici Unici di Progetto (CUP) nel sistema REGIS, previsto dalla legge n. 160 del 2019. Inoltre, il decreto ministeriale che stabilirà le revoche dei contributi per gli enti inadempienti sarà emanato entro il 30 novembre 2025. Questa modifica è giustificata dalla difficoltà riscontrata da molti Comuni, in gran parte a causa delle loro dimensioni ridotte, di rispettare la scadenza iniziale. La proroga intende prevenire gravi conseguenze sui rapporti contrattuali e sugli equilibri finanziari degli enti, evitando penalizzazioni eccessive per le piccole amministrazioni.
Semplificazioni per il rispetto dei tempi di pagamento
L’ANCI propone di introdurre una deroga temporanea ai vincoli sull’utilizzo degli avanzi di cassa per gli esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026. Questa modifica mira a facilitare il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali da parte degli enti locali, eliminando le limitazioni previste dall’articolo 187 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali). La proposta risponde alla necessità di molti enti di utilizzare risorse non vincolate per rispettare le scadenze di pagamento, senza compromettere la loro sostenibilità finanziaria.
Flessibilità nell’utilizzo degli avanzi per investimenti e servizi sociali
La proposta prevede che, per gli esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026, gli enti territoriali possano applicare al bilancio di previsione gli avanzi vincolati derivanti da trasferimenti statali ed europei destinati a servizi sociali, scolastici, di sicurezza urbana e protezione civile. Questa modifica intende favorire una programmazione più sostenibile e una gestione più efficace degli interventi e dei servizi, soprattutto in contesti di disavanzo.
Abolizione delle sanzioni per la certificazione delle risorse straordinarie Covid
Infine, l’ANCI chiede l’abrogazione delle sanzioni per la mancata certificazione delle risorse straordinarie Covid-19 per il 2022. La proposta mira a eliminare le penalità pecuniarie previste per gli enti locali che non hanno inviato la certificazione al MEF entro il termine stabilito, considerato che le risorse non certificate sono già state restituite allo Stato. La proposta si basa sull’argomento che le difficoltà incontrate dagli enti locali durante eventi straordinari hanno reso difficile rispettare le scadenze, senza però impattare negativamente sulla finanza pubblica.