L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) ha inviato una serie di emendamenti alla legge di bilancio 2025, rivolgendosi alle commissioni bilancio di Camera e Senato.


Questi interventi rispondono alle priorità indicate nell’ultima riunione del Direttivo Anci tenutasi il 30 ottobre scorso. Inoltre riflettono l’urgenza con cui l’associazione dei primi cittadiniauspica un supporto legislativo per assicurare maggiore flessibilità e sostegno agli enti locali, già messi alla prova da complesse sfide economiche e sociali.

Le proposte avanzate mirano a garantire servizi pubblici di qualità in tutto il Paese, rispondendo alle esigenze di un settore fondamentale per la tenuta delle comunità locali.

Gli emendamenti Anci alla Legge di Bilancio 2025

Di seguito, riportiamo alcune delle principali proposte contenute negli emendamenti, mentre una lista completa è consultabile nel documento allegato.

Riduzione del contributo obbligatorio per gli enti locali

Attualmente, i Comuni e le Province devono contribuire al risanamento della finanza pubblica con un contributo di 140 milioni di euro, un peso particolarmente gravoso per gli enti locali, che hanno affrontato anni di restrizioni di bilancio. L’Anci suggerisce di ridurre questo contributo a 108 milioni di euro per il 2025, con un graduale aumento a 223 milioni per il triennio 2026-2028 e a 350 milioni per il 2029. Questo alleggerimento sarebbe una risposta concreta alle sfide che i bilanci comunali devono fronteggiare, come l’aumento dei costi operativi, una rigidità delle entrate che limita la capacità di investimento e un’inflazione che aggrava i costi dei servizi essenziali. Con questa riduzione, si mira a permettere agli enti locali di utilizzare le risorse liberate per rafforzare i servizi ai cittadini e finanziare progetti locali, che sono sempre più compromessi dalle attuali limitazioni finanziarie.

Aumento del fondo per il sostegno all’affidamento dei minori

Il tema del sostegno all’affidamento dei minori è una priorità per i Comuni italiani, sui cui bilanci grava annualmente una spesa stimata attorno ai 500 milioni di euro. Anci propone un sostanziale incremento del fondo statale per questa voce di spesa, suggerendo di portare il contributo a 130 milioni di euro per il 2025, a 150 milioni per il 2026 e a 180 milioni dal 2027 in poi. Questa misura, oltre a migliorare la copertura dei costi sostenuti, vuole rispondere alla crescente pressione finanziaria sui Comuni, spesso chiamati a far fronte a emergenze sociali senza adeguate risorse. Inoltre si richiede una modifica dei criteri di riparto dei fondi, per garantire una distribuzione più equa e migliorare l’accesso ai contributi da parte dei comuni medi e grandi, i quali sono frequentemente quelli più coinvolti nei casi di affidamento di minori.

Deroga alle limitazioni per le assunzioni di personale

Da tempo, gli enti locali operano sotto un vincolo che limita al 75% le nuove assunzioni di personale, una soglia che Anci ritiene non più sostenibile. Le conseguenze sono un continuo indebolimento dei servizi pubblici, soprattutto in aree come la protezione civile, la polizia locale, i servizi scolastici e sociali. Per questo, si chiede di eliminare tale limite o, in alternativa, di escludere dai vincoli assunzionali le assunzioni legate a funzioni essenziali. Secondo l’associazione, una deroga alle restrizioni non comporterebbe costi aggiuntivi, in quanto si baserebbe su risorse già stanziate e sarebbe destinata unicamente a garantire l’efficienza dei servizi pubblici, soprattutto in un contesto in cui la carenza di personale, causata da oltre dieci anni di blocchi assunzionali, rischia di compromettere la sicurezza e il benessere delle comunità locali.

Maggiore flessibilità per l’uso delle entrate

In vista del quinquennio 2025-2029, si propone di sospendere i vincoli di destinazione su alcune entrate comunali, come le sanzioni del codice della strada e i proventi derivanti dalle concessioni edilizie. Attualmente, tali entrate sono destinate a scopi specifici, limitando la capacità dei Comuni di gestire liberamente le risorse. La sospensione di questi vincoli permetterebbe ai Comuni di disporre di fondi utilizzabili per diverse necessità, agevolando una gestione finanziaria più flessibile e rispondendo meglio alle esigenze locali. In un contesto di continua crescita delle esigenze della comunità, questa misura darebbe maggiore autonomia ai Comuni nel rispondere alle urgenze e ai bisogni dei cittadini, senza dover sottostare a vincoli troppo rigidi.

Revisione dell’obbligo di accantonamento al Fondo anticipazioni di liquidità per enti in dissesto

Infine, ha sollevato la questione dell’obbligo di accantonamento al Fondo anticipazioni di liquidità, un onere per gli enti locali in dissesto che, a causa di questo obbligo, vedono spesso compromessa la capacità di recupero economico. Anci propone una revisione temporanea di tali obblighi, che permetterebbe a questi enti di avere una maggiore flessibilità nel gestire le proprie crisi finanziarie. In attesa di una riforma più ampia e strutturale del sistema, la revisione dell’obbligo di accantonamento potrebbe facilitare la ripresa di enti in difficoltà, riducendo il rischio di un peggioramento del dissesto e migliorando le prospettive di stabilità finanziaria.

Il testo completo con tutti gli emendamenti

Qui il documento presentato dall’Anci.