Nell’ultima riunione dell’Ecofin (Consiglio Economia e Finanza dell’Ue) sono state aggiunte alla lista nera altre nazioni: aggiornato l’elenco dei paradisi fiscali.
L’Unione Europea ha deciso di aggiungere la Russia, le Isole Vergini Britanniche, le Isole Marshall e il Costa Rica alla lista di giurisdizioni non cooperative in materia fiscale. La decisione arriva in conclusione del Consiglio dei ministri delle finanze europei (Ecofin) svoltosi lo scorso 14 febbraio.
Come si è arrivati alla decisione europea
La Russia è stata inclusa nell’elenco dopo che l’Unione ha valutato le norme adottate dal Paese nel 2022 in relazione ai criteri di governance fiscale. Il risultato dell’esame è che Mosca non ha adempiuto all’impegno di affrontare gli aspetti dannosi del regime speciale in vigore per le holding internazionali. Come prevedibile, il dialogo con la Russia su questioni relative alla tassazione si è interrotto a seguito dell’aggressione russa contro l’Ucraina.
Insieme alla Russia le new entry nella black list sono state le Isole Vergini Britanniche, le Isole Marshall e il Costa Rica. L’Ue ha approfittato della riunione di martedì scorso per chiedere a tutti i Paesi elencati di migliorare il proprio quadro giuridico e di adoperarsi per il rispetto degli standard internazionali in materia fiscale.
Ecofin: aggiornato l’elenco dei paradisi fiscali
L’ultima versione dell’elenco include le Samoa americane, Anguilla, Bahamas, Isole Vergini Britanniche, Costa Rica, Figi, Guam, Isole Marshall, Palau, Panama, Russia, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini americane e Vanuatu. Per l’Ue sono tutte giurisdizioni non cooperative a fini fiscali. Rispetto ai Paesi che si trovano nella lista, il Consiglio dell’Ue ha affermato di rammaricarsi che non siano cooperativi in materia fiscale, invitandoli a migliorare il loro quadro giuridico al fine di risolvere le questioni segnalate.
In pratica, oggi la lista nera include Paesi che non hanno avviato un dialogo costruttivo con l’Ue sulla governance fiscale o non hanno rispettato l’impegno di attuare le riforme individuate come necessarie per dimostrare all’Ue di rispettare una serie di criteri oggettivi di buona governance fiscale. I criteri includono trasparenza fiscale, tassazione equa e attuazione di norme internazionali volte a prevenire l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it