Come è noto, l’ANCI ha da tempo richiesto che il Documento unico di programmazione(DUP) previsto dalla riforma della contabilità sia reso facoltativo per i Comuni di minore dimensione demografica, ritenendo inutilmente gravoso il formato, pur semplificato, attualmente in vigore per gli enti fino a 5mila abitanti.
Ad avviso dell’ANCI appare infatti più che giustificata l’insofferenza diffusa tra gli amministratori e gli operatori degli enti minori nei confronti di un ulteriore adempimento programmatorio che – per la natura stessa di tali enti – poco aggiunge in termini di prospettiva pluriennale di programmazione finanziaria rispetto a quanto già normalmente contenuto nella relazione al bilancio, mentre costituisce un peso in molti casi insopportabile per strutture piccole e negli anni più recenti ridotte ai minimi termini da vincoli e tagli di risorse via via intervenuti.
Dopo una sessione di discussione in Arconet e ulteriori proposte formulate da ANCI, il 18 maggio scorso è stato emanato il decreto interministeriale previsto dal comma 887 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, di modifica dei punti 8.4 e 8.4.1 del principio della programmazione, con previsioni di ulteriore semplificazione riservate agli enti fino a 2mila abitanti. In allegato la nota IFEL e il testo del decreto.
Si tratta ora di continuare l’iniziativa per migliorare diversi punti riguardanti il DUP relativo alla generalità dei Comuni e sostenere la campagna per la semplificazione lanciata da ANCI che prevede il radicale abbattimento degli obblighi riguardanti la contabilità economico-patrimoniale e il bilancio consolidato.
L’ulteriore semplificazione per i comuni sotto i 2mila abitanti investe la parte descrittiva: viene meno l’analisi relativa alla situazione socio-economica ed alle risultanze dei dati della popolazione e del territorio. Sul versante della programmazione strettamente intesa non vengono richiesti gli obiettivi strategici per ogni missione, rimanendo tuttavia la disamina delle principali spese e delle entrate previste per il loro finanziamento, nonché l’analisi sulle modalità di offerta dei servizi pubblici locali, la programmazione urbanistica e dei lavori pubblici e l’inserimento nel DUP di tutti gli altri strumenti di pianificazione adottati dall’ente (dal piano delle alienazioni a quello di contenimento delle spese, dal fabbisogno del personale ai piani di razionalizzazione).
Naturalmente, gli enti fino a 2mila abitanti potranno comunque utilizzare il modello di DUPS relativo alla generalità degli enti fino a 5mila abitanti che scaturirà dalla modifica al principio contabile della programmazione approvata dalla Commissione.