IRPEFA soli cinque mesi dalla scadenza del termine di presentazione – 30 settembre 2016 – il dipartimento delle Finanze pubblica, con quasi un mese di anticipo rispetto agli anni precedenti, le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche (Irpef), riguardanti l’anno d’imposta 2015, e la relativa nota esplicativa.

 


 

L’accelerazione impressa alle procedure di validazione e le innovazioni nel processo legato alla precompilata, hanno consentito di rendere tempestivamente disponibili tutti i dati reddituali delle persone fisiche nonché la loro elaborazione nella navigazione dinamica sul sito del Df.

 

Sono circa 40,8 milioni di contribuenti che hanno assolto l’obbligo dichiarativo, direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione Unico e 730, ovvero indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti d’imposta con la Certificazione unica.

 

I modelli

 

Sono 19,7 milioni le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730 con un aumento di 600mila contribuenti rispetto all’anno precedente; 9,8 milioni hanno presentato, invece, Unico (-500 mila), mentre i dati dei restanti 11,2 milioni di contribuenti, non tenuti alla presentazione della dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello Cu compilato e trasmesso dal sostituto d’imposta.

 

I redditi in numeri

 

Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a circa 833 miliardi di euro, per un valore medio di 20.690 euro. Il confronto omogeneo con l’anno precedente mostra un aumento del reddito complessivo medio dichiarato dell’1,3 per cento. Osservando il reddito complessivo del contribuente mediano, che rispetto alla media non è influenzato da valori outlier (ossia particolarmente elevati), l’importo scende a 16.643 euro. Ciò significa che la metà dei contribuenti non supera 16.643 euro di reddito complessivo dichiarato.

 

L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (24.520 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (22.860 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (14.780 euro). Anche nel 2015, il reddito medio nelle regioni del Sud e del Centro è cresciuto meno rispetto alla media nazionale.

 

Tipologie di reddito

 

I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’82% del reddito complessivo dichiarato: il solo reddito da pensione, ammonta al 30% del totale del reddito complessivo. I lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 38.290 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 19.990 euro.

 

Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 20.660 euro, quello dei pensionati a 16.870 euro e, infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone e assimilate risulta di 17.020 euro. A questo proposito non bisogna dimenticare che la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef.

 

Rispetto al 2014, il reddito medio da pensione mostra una crescita dell’1%, confermando il trend degli anni precedenti. Crescono anche i redditi medi d’impresa (+8,6%)8, da lavoro autonomo (+7,6%) e da partecipazione (+6,1%), anche per effetto della contrazione del numero dei dichiaranti con livelli reddituali bassi. Diminuiscono lievemente, invece, i redditi medi da lavoro dipendente (-0,2%).

 

Nel 2015 l’ammontare del reddito da fabbricati soggetto a tassazione ordinaria ammonta a 28,2 miliardi di euro, con una riduzione del 5,7% rispetto al 2014. I redditi da fabbricati di immobili locati soggetti a tassazione sostitutiva (cedolare secca) presentano un incremento del 13,5%, se soggetti ad aliquota ordinaria (al 21%) e del 55,3% se soggetti ad aliquota ridotta.

 

Imposta netta

 

Non considerando gli effetti del bonus di 80 euro, trattato singolarmente, l’imposta netta Irpef risulta pari, in media, a 5.020 euro (+2%) ed è dichiarata da circa 30,9 milioni di soggetti, pari al 76% del totale dei contribuenti. Circa 10 milioni, invece, hanno un’imposta netta pari a zero. Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle numerose detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento. Inoltre, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus mensile di 80 euro, i cittadini, che di fatto non versano l’Irpef, salgono a circa 12,2 milioni.

 

L’imposta netta totale dichiarata, pari a 155,2 miliardi di euro, è in aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Considerando gli effetti del bonus di 80 euro, l’imposta netta aumenta solo dello 0,7 per cento.

 

Bonus Irpef 80 euro

 

A partire dall’anno d’imposta 2015 è stato reso permanente il bonus Irpef per i titolari di reddito di lavoro dipendente e di alcuni redditi assimilati, a condizione che l’imposta sia superiore alle detrazioni per lavoro dipendente e il reddito complessivo non sia superiore a 26mila euro. L’importo del bonus spetta per un totale annuo di 960 euro (80 euro al mese) a coloro che hanno un reddito complessivo fino a 24mila euro. Al superamento di questo limite, il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di 26mila euro.

 

Dalle dichiarazioni 2016 risulta che il numero dei soggetti aventi diritto al bonus è di circa 11,2 milioni, per un ammontare totale di circa 9 miliardi di euro e una cifra media di 800 euro. Il credito, come è noto, viene attribuito dal datore di lavoro in busta paga, esclusivamente sulla base del reddito da egli stesso erogato.

 

Dall’analisi delle dichiarazioni fiscali, i soggetti che hanno fruito del bonus in sede di dichiarazione per l’intero ammontare risultano 514mila, mentre poco più di 1 milione di soggetti ne hanno recuperato in dichiarazione una quota, a integrazione dell’importo già in parte erogato dal sostituto d’imposta. Di converso, tra gli 11,9 milioni di soggetti che avevano ottenuto il bonus dal datore di lavoro, circa 966mila hanno dovuto restituire integralmente il bonus in sede di dichiarazione, mentre 765mila soggetti hanno dovuto restituire solo una parte del bonus ricevuto.

 

Analisi per classi di reddito

 

Analizzando i contribuenti per fasce di reddito complessivo, si osserva che il 45% dei contribuenti, che dichiara solo il 4,5% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15mila euro; in quella tra i 15mila e i 50mila euro si posiziona il 49% dei contribuenti, che dichiara il 57% dell’Irpef totale, mentre solo il 5,2% dei contribuenti dichiara più di 50mila euro, versando il 38% dell’Irpef totale. Rispetto all’anno precedente, aumenta sia il numero dei soggetti che dichiarano più di 50.000 euro (+65.000) sia l’ammontare dell’Irpef dichiarata (+1,9 miliardi di euro).

 

I contribuenti con un reddito complessivo maggiore di 300mila euro sono anche tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito eccedente tale soglia: si tratta di circa 34mila soggetti (0,1% del totale), per un ammontare complessivo di 294 milioni di euro (circa 9.072 euro in media).

 

Addizionali regionale e comunale

 

Si conferma il trend di incremento delle addizionali all’Irpef. L’addizionale regionale ammonta nel 2015 a circa 11,8 miliardi di euro (+4,1% rispetto al 2014). La media è pari a 400 euro (380 euro nel 2014). I valori più alti si registrano nel Lazio (620 euro), seguito dal Piemonte (510 euro), in relazione agli automatismi fiscali previsti in caso di deficit sanitario e attivi in entrambe le regioni. I valori più bassi si rilevano nella provincia autonoma di Bolzano (230 euro) seguita dalle regioni Basilicata e Sardegna (entrambe a 270 euro).

 

L’addizionale comunale ammonta invece complessivamente a 4,7 miliardi di euro, in aumento del 5% rispetto al 2014, con un importo medio pari a 180 euro, che varia dal valore massimo di 250 euro nel Lazio, al valore minimo di 60 euro nella Provincia autonoma di Bolzano.

 

Tutte le statistiche e le analisi dei dati sono disponibili sul sito internet del dipartimento delle Finanze (www.finanze.gov.it), seguendo il percorso “dati e statistiche fiscali/dichiarazioni fiscali”.