fatture falseLa realizzazione di un fisco più equo necessita di nuove, più moderne e trasparenti modalità di interlocuzione con i contribuenti e di un’Amministrazione finanziaria percepita come partner naturale da cittadini e imprese. È questa la sfida a cui si sottopone il legislatore e a cui si affianca l’Amministrazione finanziaria. Il punto di arrivo non è soltanto una rivoluzione di tipo fiscale, ma anche culturale. Ad affermarlo, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel corso dell’audizione che si è svolta questo pomeriggio davanti alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica, relativa ai decreti attuativi della delega fiscale.

 

In particolare, il numero uno delle Entrate è intervenuta sugli atti governo 181, 184 e 185, approvati lo scorso 26 giugno, riguardanti, rispettivamente, la riorganizzazione delle agenzie fiscali, la revisione della disciplina degli interpelli e del contenzioso tributario e la semplificazione e razionalizzazione delle norme riguardanti la riscossione. L’Agenzia è consapevole, osserva il direttore, che per ristabilire la fiducia tra Fisco e cittadino, è fondamentale puntare sulla prevenzione, semplificare gli adempimenti e facilitare il dialogo diretto con il contribuente, in modo da favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili, con il conseguente recupero del “tax gap”.

 

In un rapido excursus Rossella Orlandi ha ricordato come è nato il modello “agenzia” per la gestione operativa del sistema fiscale e quali sono i margini di indipendenza di tali organismi. Non poteva mancare, in tale ambito, il riferimento alla nomina dei dirigenti e, in particolare, alla sfera di autonomia prevista dal Dlgs 300/1999 in merito alle designazioni degli incarichi dirigenziali, con lo scopo di garantire la funzionalità degli uffici e per rispondere alle specifiche esigenze di operatività richieste per il raggiungimento degli obiettivi assegnati. Dopo aver presentato una sintesi delle operazioni di riassetto organizzativo già messe in atto e programmate, anche a seguito dell’incorporazione dell’Agenzia del Territorio, il direttore ha esaminato le possibili conseguenze di alcune novità recenti o future. Innanzitutto ha evidenziato le criticità del sistema causate dalla sentenza della Corte costituzionale sull’illegittimità degli incarichi dirigenziali a funzionari di terza area, decisione che ha lasciato senza responsabile più di due terzi degli uffici

 

Nello step successivo, Rossella Orlandi ha analizzato lo schema di decreto delegato approvato dal governo, che riorganizza le agenzie fiscali da diversi punti di vista. Il documento, prevede, tra l’altro, semplificazioni in materia di assistenza al contribuente, la revisione del sistema di incentivazione del personale, l’ulteriore riduzione dell’organico dirigenziale di prima e seconda fascia e nuovi concorsi per dirigenti da concludersi entro il 31 dicembre 2016.
Il commento di Rossella Orlandi al disegno è positivo, lo schema, infatti, conferma la validità del modello “agenzie” e prevede un riassetto organizzativo coerente con le misure già adottate e programmate dalle Entrate. Sì anche al nuovo sistema di incentivazione del personale.

 

Per quanto riguarda, invece, il concorso per dirigenti, il direttore propone di anticipare i tempi e di indire al più presto una selezione che ripristini la funzionalità degli uffici. A tal proposito, secondo il numero uno delle Entrate, potrebbe rivelarsi vantaggioso, in termini di spesa ed efficienza, incrementare le posizioni organizzative non dirigenziali nei limiti del numero di quelle dirigenziali soppresse.

 

Il riordino della disciplina dell’interpello, affidato, all’atto governo 184, è considerato uno dei più efficaci strumenti per l’attuazione della tax compliance.
Le principali novità del decreto si muovono verso esigenze di omogeneità, semplificazione (anche procedurale) e tempestività che, in breve, si concretizzano – nello schema proposto – nel riconoscimento nello Statuto dei diritti del contribuente della facoltà di interpello in tutte le sue forme, nell’individuazione di regole procedurali e garanzie uniformi e riduzione dei tempi di lavorazione, nell’impegno dell’amministrazione a dare sempre maggiore pubblicità alle risposte fornite e, infine, nella previsione di regole speciali, sia nella fase dell’accertamento che in quella contenziosa, per gli interpelli disapplicativi.

 

Tra gli interventi, di particolare rilievo, quello che, agendo sull’articolo 11 dello Statuto, estende a tutte le categorie le garanzie dell’interpello ordinario e, tra queste, il principio del silenzio assenso e la nullità degli atti impositivi o sanzionatori difformi dalla risposta. Si tratta di una novità importante sia sul fronte della certezza dei tempi di lavorazione sia per l’affidabilità del parere. L’Amministrazione finanziaria, inoltre, è pronta a dare maggiore pubblicità alle risposte fornite, attraverso circolari e risoluzioni, quando i dubbi riguardano casi molto diffusi, disposizioni di recente attuazione, questioni per cui gli uffici hanno adottato comportamenti diversi, chiarimenti ritenuti di interesse generale. A proposito di contenzioso, meritano aggiustamenti, per il direttore dell’Agenzia, le nuove misure in materia di spese di giudizio e spese di lite, calcolo degli interessi in caso di sospensione giudiziale, mancati pagamenti delle somme dovute a seguito di conciliazione.

 

Positivi i cambiamenti in tema di riscossione, che prevedono un sistema uniforme e più razionale di rateizzazione dei debiti tributari diversamente emersi, margini di “tollerabilità” per i piccoli ritardi e più attenzione alle obiettive situazioni di difficoltà economica dei contribuenti, interventi che incoraggiano maggiormente all’adempimento spontaneo del pagamento dei tributi. Tuttavia, osserva Rossella Orlandi, la revisione del sistema degli oneri di funzionamento del servizio nazionale della riscossione se da un lato si dimostra più comprensivo con i contribuenti in mora, dall’altro potrebbe creare criticità per i bilanci delle società di riscossione. Per questo il direttore chiede di valutare l’introduzione di misure compensative a favore di quest’ultime.