A evidenziare questo dato è un recente studio fornito dalla Fondazione Openpolis: in Italia il deficit e il debito pubblico restano ancora purtroppo tra i più alti d’Europa.
La sostenibilità dei conti pubblici si valuta attraverso l’indebitamento netto e il debito pubblico. Misurati in rapporto con il Pil, danno dei risultati piuttosto vari per i paesi dell’Unione europea.
Come viene accumulato debito da parte degli stati? Principalmente in due modi: ai contraggono prestiti con le banche o si emettono titoli sul mercato. Sono operazioni che vengono fatte per finanziare le attività dello stato quando i ricavi ottenuti con fonti interne come le tasse e le imposte non sono sufficienti a coprire le spese. Capire a quanto ammontano le uscite, le entrate proprie e i prestiti è importante per comprendere la salute finanziaria di uno stato, come è necessario definire il contesto nel quale si contrae debito.
A livello europeo, le economie pubbliche nel loro insieme hanno registrato nel 2022 delle uscite superiori alle entrate, con una differenza pari a 533 miliardi di euro circa. Ma le spese sono sempre state superiori alle entrate nei dieci anni precedenti.
Deficit e debito pubblico dell’Italia tra i più alti d’Europa
Recentemente, i titoli di stato italiani, i cosiddetti Btp, hanno sfiorato il rendimento decennale del 5%: si tratta dei valori più alti registrati da novembre 2012. Questi titoli sono delle obbligazioni, ovvero dei contratti di prestito finanziario, che hanno per lo stato lo scopo di incrementare subito la liquidità, versando nel tempo futuro la somma iniziale più una componente di interessi. Quest’ultima identifica la componente del rendimento: maggiore è, più è alto il rischio connesso al titolo.
I titoli italiani risultano quindi più rischiosi. Oltre al particolare contesto geopolitico ed economico, incide anche la condizione dei conti pubblici: la crescita del paese risulta incerta e il debito pubblico rilevato è particolarmente elevato.
Per quel che riguarda il debito pubblico, misurato in relazione al Pil, i paesi che registrano i valori più bassi si trovano nel centro-nord del continente: Estonia (18,4%), Bulgaria (22,9%) e Lussemburgo (24,6%). Sono invece 13 gli stati in cui si supera il 60%. Quelli che sono caratterizzati dai valori maggiori si trovano tutti nella zona mediterranea: si tratta di Grecia (171,3%), Italia (144,4%), Portogallo (113,9%) e Spagna (113,2%). Sono queste percentuali particolarmente alte anche se si considera lo scenario mondiale: secondo il fondo monetario internazionale (international monetary fund, Imf) tra le prime cinque economie mondiali per rapporto tra debito e Pil figurano anche Grecia e Italia, rispettivamente al secondo e al quarto posto.
L’Italia è anche il paese europeo che riporta il deficit maggiore, sempre calcolato rispetto al Pil. È pari all’8%. Seguono Ungheria (6,2%), Romania (6,2%) e Malta (5,8%). Riportano invece i surplus maggiori Danimarca (3,3%), Cipro (2,1%) e Irlanda (1,6%). Sono in tutto 20 gli stati europei che registrano un valore negativo contro i 7 in cui questo rapporto è positivo.
Fonte: Openpolis