Mentre il viceministro Morando annuncia che il Documento di economia e finanza arriverà in Parlamento un po’ in anticipo rispetto al termine del 15 aprile, oggi alle Camere approda il disegno di legge delega sul lavoro.

Ci vuole ancora una settimana, una settimana e mezza di lavoro per limare i numeri del Documento di economia e finanza. Che arriverà in Parlamento forse un pò in anticipo rispetto al termine previsto del 15 aprile. A tracciare il timing del Def è il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, che però non si sbilancia sui contenuti. Oggi poi arriva alle Camere il disegno di legge delega sul lavoro, mentre sulla riforma della P.a. l’indicazione è che il Governo sembra intenzionato a far sì che la riorganizzazione valga sia per il pubblico che per il privato. Intanto il premier Matteo Renzi conferma l’arrivo a maggio delle misure per alleviare famiglie e imprese: “da maggio 80 euro in più in busta paga a chi guadagna meno di 25mila euro l’anno – ha detto al Tg2 – e da maggio 10% di riduzione Irap alle aziende e -10% del costo dell’energia elettrica per le pmi, e qualche segnale arriverà da subito alla famiglie con una piccola riduzione sulle bollette”. A fare chiarezza sulle coperture per il taglio dell’Irpef sarà il Def, su cui stanno ancora lavorando i tecnici della Ragioneria. I tempi per il varo “saranno rispettati, con la possibilità anche che vengano anticipati di qualche giorno”, assicura il vice ministro Morando, precisando che ci vuole “ancora una settimana, una settimana e mezza, più o meno”: il termine per la presentazione al Parlamento è il “15 aprile, ma cercheremo di fare prima”. Tra le cifre che vanno limate in questi giorni c’è soprattutto la crescita del Pil che, ha anticipato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nei giorni scorsi, sarà compresa tra lo 0,8 e lo 0,9%, ma con il taglio del cuneo per i redditi medio-bassi Renzi spera che “alla fine si arrivi all’1%” (come nella previsione dell’ex ministro del Tesoro Saccomanni) e “lo si superi”. L’effetto di una crescita all’1% si trasmetterebbe al rapporto deficit-Pil che calerebbe a sua volta di 0,2 punti (al 2,4% rispetto al 2,6% già stimato). Parte integrante del Def, inoltre, è il Piano Cottarelli sulla spending review, che dovrà garantire gran parte della copertura del taglio delle tasse: sembra sempre meno probabile l’intervento sulle pensioni, mentre sembrano certi altri interventi sugli stipendi dei manager pubblici. Sul fronte lavoro oggi arriva in Parlamento il ddl delega messo a punto dal ministro del welfare Giuliano Poletti, che va dalla riforma degli ammortizzatori sociali alla semplificazione del codice del lavoro. E va a completare le misure contenute nel decreto lavoro che semplifica contratti a termine e apprendistato e che ha iniziato giovedì l’iter a Montecitorio. Sul decreto, però, si continua a discutere: nonostante l’ok di Confindustria e del Governatore di Bankitalia Visco, sul provvedimento pende infatti la bocciatura della Cgil che chiede di modificarlo e la minaccia di voto contrario di una minoranza del Pd. Ma il ministro Poletti tira dritto: il dialogo va bene, ha detto ieri, ma “quando il confronto si è esaurito chi ha il compito di decidere decide”. Quanto alla riforma della Pubblica amministrazione, prosegue la discussione all’indomani dello scontro nel Governo tra i ministri Madia (P.a.) e Giannini (Istruzione) sulla staffetta generazionale. E  tra ipotesi di prepensionamenti a dare qualche indicazione è il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina che spiega: è stato “aperto un tema di riorganizzazione e di novità rispetto alla legge Fornero e questo deve valere tanto per il pubblico che per il privato. Il tema è costruire una condizione nuova tanto per chi ha lavorato nel pubblico che nel privato, con i margini di manovra possibili”. Sul ricambio generazionale, però l’ex ministro Giampiero D’Alia invita ad “evitare discussioni stucchevoli: gli strumenti per farlo sono già a disposizione previsti da  provvedimento del 2013, bisogna applicarli”.

FONTE: Confcomemrcio

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