Sostenere la ripresa economica evitando aumenti del prelievo fiscale e allo stesso tempo rilanciando gli investimenti; avviare il debito pubblico (in rapporto al PIL) su un percorso di riduzione, consolidando così la fiducia del mercati e riducendo la spesa per interessi; favorire gli investimenti e le iniziative per consentire un deciso recupero dell’occupazione nel prossimo triennio.
Questi gli obiettivi della politica di bilancio del governo presentata nel Documento di Economia e Finanza (Def) 2015 approvato venerdì in Consiglio dei Ministri. Il Def viene ora trasmesso in Parlamento; entro il 30 aprile due delle sezioni di cui si compone il Def, il Programma di Stabilità e il Programma Nazionale di Riforma (PNR), saranno inviate al Consiglio dell’Unione Europea e alla Commissione europea a Bruxelles.
Nell’insieme il Def disegna un netto cambiamento di marcia nella situazione economica e finanziaria del Paese con il prodotto interno lordo che nel 2015 diventa positivo (+0,7%) dopo tre anni di recessione e imposta una politica economica a supporto di una crescita più sostenuta nel triennio successivo.
Il premier Matteo Renzi ha riassunto i contenuti del Def (documento di economia e finanza)con queste parole “Niente tagli alle prestazioni e niente aumento delle tasse”.
Il Governo, infatti, prevede per il 2015 una crescita dello 0,7-0,8% e un rapporto deficit/pil al 2,6%. Si punta, inoltre, ad utilizzare la clausola di flessibilità sulle riforme e ad ottenere dalla spending review circa 10 miliardi nel 2016. L’obiettivo è cancellare per quest’anno le clausole di salvaguardia che porterebbero ad un aumento di Iva e accise per 16,8 miliardi, ma il pareggio di bilancio, previsto al 2017, potrebbe slittare ulteriormente di uno o due anni.