DEF 2019, i Comuni hanno espresso il loro punto di vista, tramite l’ANCI, durante l’audizione presso le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.
Il comparto dei Comuni italiani ha resistito con fatica alla più acuta crisi degli ultimi settant’anni. I Comuni sono passati attraverso una riduzione di risorse senza precedenti, gli incessanti cambiamenti del regime delle entrate proprie, l’introduzione di riforme strutturali non sempre implementate con la necessaria gradualità, riportando oggi risultati complessivi apprezzabili che non comportano aggravi per la finanza pubblica, mentre altri settori in particolare centrali continuano a contribuire alla formazione di maggior debito.
L’abbandono del patto di stabilità e poi del saldo di competenza, quali obblighi aggiuntivi di gestione in pareggio dei bilanci, consente di archiviare l’epoca del doppiobinario della contabilità, che ha impegnato generazioni di operatori finanziari locali e centrali in un complesso e spesso irrazionale sistema di regole, vincoli e sanzioni.
D’altra parte, l’introduzione della nuova contabilità e del nuovo Codice degli appalti hanno introdotto, da un lato, regole finanziarie ordinarie più severe che comportano restrizioni nell’impiego delle risorse per fasce significative di enti e, dall’altro, un aumento degli adempimenti nell’acquisizione di beni e servizi che hanno rallentato i processi di spesa e non hanno favorito la pronta ripresa degli investimenti.
Investimenti dei Comuni in ripresa?
La dinamica degli investimenti sta finalmente mostrando più stabili segnali di ripresa: +16% e + 14% in termini di cassa, rispettivamente nell’ultimo semestre 2018 e nel primo semestre 2019 rispetto ai periodi omologhi dell’anno precedente.
Si tratta di un andamento incoraggiante, che però non deve portare a sottovalutare l’importanza di un costante apporto di risorse esterne, statali e regionali, ad integrazione dei margini propri degli enti che sono consistenti ma non uniformemente diffusi nelle diverse aree territoriali, nonché di una mirata azione di semplificazione procedurale che consenta di ridurre la distanza tra progettazione degli interventi e realizzazione delle opere, a partire da meccanismi di programmazione degli interventi ed assegnazione delle risorse più snelli e caratterizzati da regole tendenzialmente uniformi e stabili.
Su questi punti il DEF riporta impegni di rilievo, la cui attuazione deve essere il più possibile ravvicinata.
Un segnale negativo va segnalato con riferimento alla decisione inaspettata nell’ambito della Legge di bilancio, di ridurre di 30 milioni di euro (su 110) i fondi di sostegno alla progettazione degli enti locali stanziati per il triennio 2018-20.