Nella gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Corte dei Conti ha sollevato preoccupazioni significative, ammonendo il Governo sul possibile “sperpero” delle risorse e evidenziando le prime irregolarità nell’attuazione del piano.
La discussione attuale alla Camera sulla proroga dello scudo erariale, proposta da Fratelli d’Italia nel decreto Milleproroghe, solleva domande sulla necessità di estendere ulteriormente le limitazioni alle contestazioni per danno erariale.
La proposta di proroga, in esame nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali, è oggetto di dibattito, con la possibilità di prolungare il regime speciale fino al 2026, parallelamente alla scadenza del PNRR.
La Corte dei Conti, in tutto questo, rimane impegnata a garantire la corretta gestione delle risorse pubbliche, mentre si profila un periodo di riforme significative nel contesto del Piano.
Scopriamo qual’è la posizione della Corte all’interno di questo contesto.
La Corte dei Conti ammonisce il Governo sul PNRR: troppe irregolarità
La relazione del procuratore generale Pio Silvestri, presentata durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha sottolineato la presenza di frodi e “indebite percezioni delle risorse” da parte dei soggetti attuatori del Pnrr. La Corte dei Conti ha evidenziato anche casi di opere realizzate senza seguire i progetti, generando così uno spreco dei fondi assegnati.
Il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, ha inoltre riconosciuto l’importanza del dialogo con la politica ma ha fissato una linea rossa, affermando che le riforme devono essere “condivise e formulate con gradualità”.
Carlino ha anche evidenziato che troppe norme hanno indebolito l’organicità del controllo, sottolineando la necessità di interventi razionali per garantire certezza giuridica e coerenza ordinamentale.
No alla proroga dello scudo erariale
I magistrati contabili si sono espressi contro la proroga dello scudo erariale, sostenendo che ciò potrebbe rendere sistemica una logica che limita le contestazioni per danno erariale.
Riguardo allo “scudo erariale”, infatti, Carlino ha dichiarato che il sistema delle garanzie unito alla perimetrazione normativa dell’elemento psicologico sembrerebbe rendere non necessaria un’ulteriore proroga. Ha elogiato le norme nel Codice dei contratti pubblici e nel decreto legislativo 149 del 2022, che offrono una perimetrazione più puntuale della colpa grave.
Tuttavia, il presidente ha ammonito sul rischio di rendere sistematica la logica dello scudo erariale e ha sottolineato che è fondamentale fornire alle funzioni di controllo un assetto procedurale in linea con gli standard internazionali in materia di audit del settore pubblico.
Il video
Qui di seguito il video con la sintesi dell’intervento del presidente della Corte dei Conti.
L’indagine “OpenPNRR” pubblicata dalla fondazione OpenPolis
Ma l’allarme non arriva solo dalla Corte dei Conti: di recente anche la fondazione OpenPolis ha sottolineato come l’accesso e la gestione dei fondi da parte dei comuni è un elemento critico nell’attuazione del Piano. È un aspetto sul quale è necessario fare di più, attraverso provvedimenti che permettano alle amministrazioni di integrare le professionalità necessarie.
Gli enti locali continuano ad avere un ruolo di primo piano sia nella presentazione delle proposte che nella realizzazione delle opere stesse, oltre a essere responsabili del controllo sulla regolarità delle procedure. Secondo gli ultimi aggiornamenti Anci (associazione nazionale comuni italiani), i comuni e le città metropolitane risultano soggetti attuatori in 41 investimenti e sub investimenti del Pnrr, a cui se ne aggiungono 4 del fondo complementare. Il numero effettivo risulta comunque in fase di continuo aggiornamento, data la revisione del piano stesso, approvata dall’Ue lo scorso dicembre.
Inoltre, stando alla recente nota dell’ufficio parlamentare di bilancio (Upb), i progetti di cui i comuni risultano essere enti attuatori sono 101.936. In termini di finanziamenti, si parla di circa 40 miliardi di cui 33 dal Pnrr.
Risultano quindi centrali tutti quei provvedimenti che mirano a integrare tecnici e personale amministrativo all’interno dei comuni. In generale, per il periodo di attuazione dei progetti sono previste delle assunzioni a tempo determinato che, secondo il Dl 80/2021, possono rivalersi di risorse del PNRR. Sono anche compresi dei servizi di assistenza tecnica, ovvero task-force su supporto di natura tecnico-specialistica da parte di società a prevalente partecipazione pubblica. Inoltre, sempre il Dl 80/2021 prevede 1.000 incarichi di collaborazione per professionisti esperti per la gestione delle procedure complesse legate all’attuazione del Pnrr.
Il testo dello studio della Fondazione OpenPolis
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it