Stop ai controlli fiscali, soprattutto a quelli di massa. Meglio, invece, fornire assistenza preventiva e autoadempimento. E’ questo l’obbiettivo che si vogliono dare sia l’Agenzia delle entrate e il Ministero dell’economia.
A chiederla è stato Enrico Maria Ruffini, neo direttore dell’Agenzia delle entrate. I controlli, questa l’idea del dr. Ruffini, non possono essere la base fondante del Fisco. In passato gli uomini dell’Agenzia hanno recuperato sì soldi ma non hanno contrastato efficacemente l’evasione, tanto che il tax Gap (divario tra quanto c’è di evasione e quanto riesce a essere recuperato) è rimasto invariato. Ecco perchè si fa sempre più spazio l’attività di compliance.
La nuova convenzione fra Dipartimento delle Finanze e Agenzia delle Entrate, si pone target ambiziosi di incasso la cui realizzazione non può prescindere da un rapporto «stringente» con i debitori del fisco. Dalla lotta all’evasione quest’anno devono infatti giungere 15,7 miliardi di euro. Il ministero dell’Economia ha ricompreso nell’obiettivo anche le entrate da sanatorie fiscali. Anche l’anno scorso si fece lo stesso con gli oltre 4 miliardi incassati dalla voluntary che portarono il gettito recuperato a quota 19 miliardi.
Dovranno anche essere evitate azioni dispendiose come la necessità, ad esempio, di pignorare tutti i rapporti di conto corrente intrattenuti anche con i diversi istituti di credito. Azioni al contempo molto limitanti per il contribuente a causa dell’indisponibilità di tutti i conti a prescindere dall’importo del debito e della presenza su un rapporto dell’importo per estinguerlo.