Contributi per Fusioni di Comuni 2019: ecco il decreto del Ministero dell’Interno che stabilisce le modalità di attribuzione.
Dopo il parere favorevole ottenuto nella Conferenza Stato-città ed autonomie locali, disposto il riparto del contributo erariale. Per l’anno 2019, esso riguarda le fusioni e incorporazioni dei comuni.
Il provvedimento pubblicato e gli importi attribuiti a ciascun ente già consultabili online. Nello specifico, nel prospetto sul sito del dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali.
Contributi per Fusioni di Comuni 2019, il Decreto del Ministero dell’Interno
Le modalità di attribuzione dei contributi ai Comuni che fanno parte delle fusioni realizzate dal 2012 e negli anni successivi vengono indicate dal decreto del Ministero dell’Interno 25 giugno 2019, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 152 del 1 luglio.
Verrà concesso un contributo straordinario ai Comuni interessati per un periodo massimo di dieci anni, commisurato a una quota pari al 60% dei trasferimenti erariali attribuiti a tali enti nel 2010.
Requisito essenziale per poter ricevere il contributo è l’invio da parte delle Regioni di una copia della legge regionale istitutiva della fusione, entro il mese successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale regionale.
Ne seguirà la rideterminazione del contributo straordinario già attribuito a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo al provvedimento regionale.
Le fusioni di Comuni
La legge n. 142 del 1990 stabiliva, infatti, nella sua formulazione originaria, come, in previsione di una loro fusione, due o più comuni contermini, appartenenti alla stessa provincia, ciascuno con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, potessero costituire una unione per l’esercizio di una pluralità di funzioni o di servizi, prevedendo, in particolare, che entro dieci anni dalla costituzione dell’unione dovesse procedersi a fusione, pena lo scioglimento dell’unione stessa.
La prospettiva della fusione tra enti si rivelò, tuttavia, un disincentivo anche per i processi di unione tra enti. Al punto che si resero necessari interventi legislativi che portarono alla modifica della norma. In tal senso, la successiva legge n. 265 del 1999 rese soltanto eventuale il processo di fusione, prevedendo forme di incentivazione all’associazionismo comunale.
Gli effetti derivanti da tale modifica normativa comportarono l’accelerazione dei processi di unione tra enti. Passati dai 12 del 1999 ai 222 dell’anno 2003. Il fenomeno delle fusioni, in sostanza trascurabile nel decennio tra il 2000 ed il 2010, ha invece visto crescere la propria significatività solo nel recente periodo.