Conti Pubblici italiani: un portavoce della Commissione europea ha annunciato che “i chiarimenti forniti sui piani di bilancio dell’Italia saranno inseriti nella nostra valutazione in corso”.
L’impegno di uno sforzo di bilancio ulteriore dello 0,2% di Pil, non dovrebbe comparire nelle previsioni economiche d’inverno che la Commissione pubblicherà lunedì.
Corsa contro il tempo per evitare la procedura d’inflazione a carico dell’Italia. La Commissione ha cominciato l’esame del progetto arrivato da Roma per correggere i conti pubblici. “I chiarimenti forniti sui piani di bilancio dell’Italia saranno inseriti nella nostra valutazione in corso”, ha annunciato un portavoce della Commissione europea, dopo che l’esecutivo comunitario ha ricevuto la lettera del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. I dettagli potrebbero essere determinanti sulla decisione se aprire o meno una procedura per deficit eccessivo contro l’Italia. Tuttavia, a causa del superamento della cosiddetta “cut off date” (la data entro cui presentare i dati di bilancio), l’impegno di uno sforzo di bilancio ulteriore dello 0,2% di Pil, non dovrebbe comparire nelle previsioni economiche d’inverno che la Commissione pubblicherà lunedì.
L’esecutivo comunitario ha anche “preso nota dell’intenzione del governo italiano di chiedere un’estensione dell’attuale deroga sullo split payment dell’Iva“, ha spiegato la portavoce. I servizi della Commissione “sono pronti a valutare la richiesta una volta che avranno tutte le informazioni necessarie”. Lo “split-payment” consiste nell’anticipo dell’Iva. Attualmente è un obbligo che ricade sui fornitori della pubblica amministrazione che al momento di pagare, trattiene l’ammontare dell’Iva. Il Tesoro vorrebbe estenderla ad altri settori, in modo tale da poter incassare subito l’imposta.
Tuttavia serve l’autorizzazione della Commissione in quanto l’Iva è un’imposta comunitaria e già in passato ci sono stati attriti fra Roma e Bruxelles. L’evasione Iva rimane del resto una spina nel fianco per l’Italia, al top in Europa con una percentuale calcolata in circa il 30%, quasi il doppio della media Ue. La Commissione europea sta lavorando per pubblicare il 22 febbraio il rapporto sul debito italiano. Il rapporto, che si è già occupato due volte dell’Italia il cui indebitamento pari a oltre il 130% del Pil, costituisce il primo passo per constatare un’eventuale violazione delle regole del Patto di Stabilità. L’esecutivo comunitario dovrà tenere conto di tutti i fattori rilevanti, come la sostenibilità di lungo periodo del debito, le riforme strutturali e il rispetto del percorso verso il pareggio di bilancio.
Dopo la lettera inviata dal ministro Padoan, i contatti politici e tecnici tra Roma e Bruxelles dovrebbero proseguire. A quando si apprende, la Commissione non avrebbe ancora preso alcuna decisione. Il 22 febbraio il collegio dei commissari dovrebbe discutere e adottare anche i rapporti sugli singoli Paesi per i quali sono stati individuati squilibri di bilancio. Gran parte delle risorse da raccogliere con la manovra deriverà dalle accise su carburanti e tabacchi, a cui si aggiungono piccoli ritocchi alle imposte indirette e misure di contrasto all’evasione fiscale.
Poi ci sono tagli ai ministeri e altri ai crediti d’imposta. Tre quarti di nuove tasse e un quarto di tagli alla spesa. Ma per avere certezza delle cifre bisognerà aspettare il prossimo 14 febbraio, quando l’Istat rivelerà le nuove stime del Pil del quarto trimestre 2016. Solo allora si avrà una visione più chiara dello scenario economico italiano. E si capirà se basterà una manovra più leggera per accontentare l’Europa.