Un breve memo. Qualcuno appare distratto. Il confronto sulla legge di stabilità fra Anci, Governo e poi con il contributo definitivo del Parlamento ha prodotto risultati rilevanti e correzioni proficue per il sistema dei Comuni, primo fra tutti un significativo alleggerimento del patto di stabilità, sulla cui concreta attuazione l’Anci ha avanzato una proposta responsabile ed ambiziosa, ma sarà materia che possiamo affrontare nei prossimi giorni. Ricordo che quel confronto doveva conoscere due tempi con il rinvio al Senato, di alcune importanti questioni fra queste l’introduzione della cosiddetta Local tax.

Il Governo ha poi deciso di rinviare al 2016, anche se vi erano parti utili della riforma che potevano essere anticipate, come il bizzarro e farraginoso sistema che vede due imposte diverse tasi ed imu insistere sullo stesso cespite. Così è andata e pertanto, come era logico e prevedibile, si è reintrodotto il regime 2014, ma manca ancora un pezzo che vale almeno 625 milioni.

Non ripercorro il lavoro fatto all’inizio dello scorso anno sui dati. Urge che il Governo ripristini le condizioni generali assegnate nel 2014, presentando una norma contenente la compensazione finanziaria. Suggerisco in sede di conversione del decreto Imu terreni agricoli o scelga altro urgente provvedimento. I comuni devono predisporre i bilanci, avendo le più rilevanti informazioni finanziarie a disposizione ed approvarli in tempi ragionevoli. Non possono più attendere. Vogliamo tutti correre, anche chi amministra i Comuni, senza dover aspettare o rincorrere ciò che è giusto. Utilizziamo le risorse scarse e le energie inesauribili per obiettivi e confronti che consentano di fare passi in avanti tutti insieme. Non per trattare ciò che forma e sostanza, ragionevolezza e buon senso già riconosce. Questi 625 milioni garantivano e dovranno garantire a circa 1.800 comuni il gettito del 2013 e la possibilità di fare detrazioni. Mi limito a ricordare che i comuni subiranno un taglio di 1 miliardo e 500 milioni, nonché un’ulteriore compressione sulla spesa corrente di una cifra poco superiore in attuazione del nuovo sistema di contabilità.

Ricordo che ogni intervento sul tributo immobiliare, e i comuni ne hanno subito uno all’anno almeno, ha visto una compensazione di pari valore a favore dello Stato, così a partire dal decreto Salva Italia che ha visto una riduzione dei trasferimenti erariali di circa 4 e mezzo in cambio di maggior gettito. Ogni operazione è stata diciamo a saldi invariati, anche se sono ancora in corso verifiche di gettiti e contenziosi, ma è un altro capitolo. Quindi i 625 milioni sono risorse proprie dei Comuni ed indispensabili e oggi vitali per provare a far quadrare i conti.

Valgono per Genova quasi un punto di Tasi, così per Palermo, ma per alcuni medi e piccoli comuni 10 punti di Tasi!! Concludo con le parole del Mef: “Le disposizioni contenute nel Dl del 16/2014 sono orientate ad agevolare il raggiungimento di obiettivi di realizzazione da parte dei Comuni di un ammontare di risorse analogo a quello ottenuto con l’Imu, come determinatosi nel 2013”

 

 

 

FONTE: ASFEL – Associazione Servizi Finanziari Enti Locali

 

 

 

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