Il Governo sta introducendo un nuovo accordo fiscale noto come “Concordato Preventivo Biennale” che coinvolge i lavoratori autonomi: ma chi lo ignora rischia seriamente di ricevere dei minuziosi controlli fiscali.
Questa iniziativa mira a generare entrate significative per l’Erario, con una previsione di 760,5 milioni di euro. Il decreto legislativo, parte dell’attuazione della delega fiscale, ha ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri ed è ora in attesa del parere delle Camere prima di diventare legge.
L’entrata in vigore è prevista già per il prossimo anno, segnando un cambiamento nelle normative fiscali.
Utilizzo dell’Intelligenza Artificiale
Il nuovo decreto introduce l’uso di tecnologie all’avanguardia, compresa l’intelligenza artificiale, per combattere l’evasione fiscale.
Questo passo segna un importante sforzo per modernizzare la macchina fiscale e migliorare la sua efficienza. Inoltre, si punta a migliorare l’integrazione tra diverse banche dati, un problema persistente fino ad ora, per ottimizzare la gestione delle informazioni.
Beneficiari del Concordato Preventivo Biennale
Questo accordo rappresenta una procedura innovativa riservata ai “contribuenti di minori dimensioni.” Questi includono titolari di reddito da impresa e lavoro autonomo.
In particolare, l’accordo è destinato ai contribuenti che rientrano nella categoria degli Isa (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale) con un punteggio di affidabilità di almeno 8 basato su dati dichiarati. Questa misura coinvolge circa un milione di soggetti e richiede che non abbiano debiti tributari superiori a 5.000 euro.
Inclusione delle partite IVA che hanno aderito alla Flat Tax
Anche le partite IVA che hanno aderito alla flat tax del 15% possono beneficiare del Concordato Preventivo Biennale.
Questa categoria comprende circa 1,7 milioni di contribuenti con un fatturato annuo che non supera gli 85.000 euro. Tuttavia, il decreto prevede conseguenze significative per coloro che rifiutano di partecipare all’accordo.
Conseguenze per chi rifiuta il Concordato Preventivo Biennale: controlli fiscali a tappeto
Il decreto specifica chiaramente che se un contribuente si dichiara disposto a sottoscrivere l’accordo con il fisco ma poi non invia i dati, non accetta la proposta dell’Agenzia delle Entrate o esce dal Concordato Preventivo Biennale, sarà soggetto a severi controlli fiscali. Questi controlli possono includere l’inserimento del contribuente in liste selettive per ulteriori verifiche da parte dell’amministrazione finanziaria.
La procedura è progettata per garantire l’adesione al Concordato Preventivo Biennale una volta che l’iter procedurale è iniziato.
Il processo inizia il 15 marzo di ogni anno, quando l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione programmi informatici specifici per la raccolta dei dati necessari per elaborare la proposta. I contribuenti hanno tempo fino al 20 giugno di ogni anno per trasmettere i propri dati all’amministrazione finanziaria.
Entro il 25 giugno, l’Agenzia delle Entrate formulerà una proposta basata sui dati forniti, utilizzando anche le informazioni disponibili nelle banche dati dell’amministrazione. Infine, entro il 30 giugno (con una proroga di 30 giorni prevista solo per il 2024 per agevolare la transizione), i contribuenti possono decidere se accettare o rifiutare la proposta di concordato e versare le imposte corrispondenti.
In caso di decadenza dall’istituto, il rischio di controllo potrebbe essere una conseguenza accettabile, ma l’inclusione nelle liste di controllo per chi rifiuta la proposta rende praticamente obbligatorio sottoscrivere l’accordo.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it